Terni, ultimatum di Cgil, Cisl e Uil: «Ospedale, subito cento assunzioni»

Terni, ultimatum di Cgil, Cisl e Uil: «Ospedale, subito cento assunzioni»
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 TERNI Servono 100 assunzioni all'ospedale di Terni, per dare piena attuazione all'accordo firmato tra azienda e sindacati nel marzo 2017: a dirlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, in vista della valutazione del fabbisogno di personale dello stesso ospedale che, stando a quanto concordato il 15 ottobre scorso con l'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, verrà licenziato dalla Regione entro la metà dicembre. L'intesa - ricordano le tre sigle sindacali - prevedeva l'assunzione per il 2017 di varie unità di personale, distribuite su più profili sanitari, svolte tramite procedure di mobilità e applicazione della legge Madia, mentre per il 2018 era in programma l'assunzione di un'ulteriore aliquota di personale tra personale sanitario (infermieri, Oss., tenici di radiologia, laboratorio, ostetriche, fisioterapisti) e personale amministrativo. Il 26 novembre le organizzazioni sindacali hanno incontrato la direzione aziendale del Santa Maria per stabilire un programma per avviare le procedure propedeutiche ai concorsi, concordando che l'azienda, entro marzo 2019 sarà svolta la prima prova dei concorsi. Nel corso dell'incontro l'azienda ha anche comunicato la proposta di fabbisogno per il triennio 2018-2020 che sarà inoltrata alla Regione per l'approvazione e che recepisce e amplia l'accordo di marzo 2017. I profili richiesti sono in particolare relativi a 40 infermieri, sei ostetriche, 29 Oss, sette tecnici di radiologia, otto di laboratorio, nove amministrativi (già autorizzati), 25 dirigenti medici, 15 dirigenti amministrativi (per tutta l'Umbria). «È del tutto evidente - spiegano i sindacati in una nota - che tale proposta debba essere recepita dalla Regione nella sua interezza, in quanto eventuali riduzioni di personale andrebbero ad incidere e penalizzare le capacità assistenziali e professionali dell'azienda ospedaliera, con conseguente danno per il personale e per i cittadini che ne usufruiscono».
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Il Messaggero