Terni, Treofan nei guai per una truffa sulla ricerca con fondi europei: Due indagati, sotto sequestro 230mila euro

Terni, Treofan nei guai per una truffa sulla ricerca con fondi europei: Due indagati, sotto sequestro 230mila euro
TERNI - Il progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sull’applicazione e il riciclo di nuovo poliolefine termoplastiche era innovativo. ...

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TERNI - Il progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sull’applicazione e il riciclo di nuovo poliolefine termoplastiche era innovativo.

Aveva convinto gli esperti del Miur, che avevano concesso alla Treofan un consistente finanziamento comunitario da quasi un milione di euro erogato nell’ambito del programma operativo nazionale a carico del fondo europeo di sviluppo regionale.

Il progetto, avviato otto anni fa, è andato avanti senza problemi e ha ottenuto varie tranche di finanziamento ma la quota versata di recente, 230mila euro, è finita sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Terni e  della procura europea.

Che ieri hanno eseguito il decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’azienda chimica con uno stabilimento a Terni, acquisita dalla multinazionale Jindal prima di finire in liquidazione e che oggi ha 120 dipendenti in cassa integrazione, accusata di aver indebitamente percepito 230mila euro mettendo a segno una truffa aggravata ai danni dell’unione europea e dello Stato.

Nel registro degli indagati i nomi del rappresentante legale pro tempore di Treofan Terni e del direttore dello stabilimento di Battipaglia.

Per gli investigatori la società ternana avrebbe, con la fittizia attestazione e dichiarazione di presenze di personale dipendente impiegato nello svolgimento delle attività finanziate, falsificato la documentazione di spesa del progetto di ricerca “Applicazione e riciclo di nuovo poliolefine termoplastiche”, inducendo in errore l’ente erogatore dei finanziamenti comunitari e nazionali sull’entità delle spese sostenute per la sua regolare conclusione e percependo in maniera indebita contributi pubblici.

Sulla base delle carte messe insieme dalle fiamme gialle e delle testimonianze di quanti hanno partecipato, anche solo figurativamente, alle attività di ricerca industriale, la Treofan avrebbe rendicontato l’impiego di un numero di dipendenti e di ore lavorate maggiori di quelli effettivi.

Ieri i militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Terni, su delega del procuratore europeo, hanno sottoposto a sequestro 230mila euro, congelando la somma equivalente presente sui conti correnti in uso alla Treofan.

Il sequestro preventivo riguarda i proventi del gruppo Jindal e non ha alcun impatto sul pagamento della cassa integrazione dei 120 dipendenti.

A marzo la dirigenza pro tempore della Treofan, messa in liquidazione dalla proprietà Jindal, era finita nel mirino della guardia di finanza ternana, che gli aveva contestato una truffa aggravata ai danni dello Stato da oltre 15mila euro per indebito ricorso alla cassa integrazione da Covid nel periodo tra il 10 agosto e il 10 ottobre 2021.

 

 

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Il Messaggero