Terni, tre anni senza Flavio e Gianluca, stroncati dal metadone a 15 anni

Messa in Duomo celebrata da don Antonio Coluccia: "La droga è un bluff"

Terni, tre anni senza Flavio e Gianluca, stroncati dal metadone a 15 anni
TERNI - «Per i nostri figli non possiamo fare più niente. Possiamo però alimentare la speranza nei loro amici, invitarli a scegliere la vita, a restare lontani...

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TERNI - «Per i nostri figli non possiamo fare più niente. Possiamo però alimentare la speranza nei loro amici, invitarli a scegliere la vita, a restare lontani dalla droga che purtroppo continua a travolgere le vite di tanti giovani della nostra città».

Silvia e Maria in cattedrale aspettano che inizi la messa in memoria dei loro figli, Flavio e Gianluca. Ammazzati a 15 anni dal metadone ceduto loro da un tossicodipendente ternano in cambio di 15 euro.

Un destino crudele ha costretto queste mamme a convivere per sempre col dolore inconsolabile della perdita di due figli poco più che bambini. Il loro dolore, che non conosce date sul calendario, da tre anni diventa volontà concreta di aiutare altri ragazzi e ragazze a non finire nel tunnel.

La tragedia del 7 luglio 2020 continua a pesare come un macigno su una città che in questi anni ha visto ripetersi, seppure con modalità diverse e con vittime che hanno storie che non hanno nulla a che vedere con la morte di due innocenti come Flavio e Gianluca, la strage di persone uccise dal metadone mischiato all’alcol o ad altre sostanze.

A celebrare la messa in Duomo anche quest’anno c’è don Antonio Coluccia, il prete che a San Basilio rischia la vita ogni giorno per salvare i ragazzi finiti nel tunnel della tossicodipendenza e nelle mani della criminalità organizzata:

Ad ascoltarlo ci sono tantissimi amici di Flavio e Gianluca, molti dei quali ieri sono andati a trovarli al cimitero.

«La droga è un bluff - dice Coluccia - purtroppo in questi tre anni nulla è cambiato perché si continua a morire di droga. Le forze dell’ordine a Terni fanno un lavoro di prevenzione encomiabile ma il problema della droga non è solo di chi fa arresti e sequestra stupefacenti. E’ un problema di cui la società civile deve assolutamente farsi carico. Di queste morti - insiste don Antonio - siamo tutti responsabili, questi figli appartenevano alla comunità e nessuno può tirarsi fuori». Il ricordo di Flavio e Gianluca si chiude con un aperitivo di fronte alla cattedrale offerto dalle mamme agli amici dei due adolescenti volati via in una notte di luglio.

Il processo per la morte di Flavio e Gianluca si era chiuso a marzo di due anni fa con la condanna di Aldo Maria Romboli, accusato di “morte come conseguenza di altro reato” e di tre episodi di spaccio di stupefacenti, a 7 anni e due mesi di carcere. L’accusa sostenuta in aula dal pm, Raffaele Pesiri e dal procuratore, Alberto Liguori, aveva chiesto 18 anni di carcere, ridotti a 12 anni per la scelta di Romboli di essere processato col rito abbreviato.

Il 42enne, dopo due mesi trascorsi in cella a Sabbione, è agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica per tossicodipendenti.

Di recente gli avvocati Francesco Donzelli e Maurizio Filiacci, legali delle famiglie di Flavio e Gianluca, hanno avviato l’azione risarcitoria nei confronti dell’Usl Umbria 2.

I due legali hanno chiesto un risarcimento da cinque milioni di euro per la morte dei due adolescenti ternani, che sarebbe stata causata dalla non corretta gestione di un tossicodipendente di lungo corso che, essendo stato ritenuto affidabile, ogni lunedì ritirava i flaconcini di metadone che gli servivano per tutta la settimana e li portava a casa per curarsi.

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Il Messaggero