Terni: Terapia oncologica senza condizionatori Francesco «In queste condizioni anche curarsi diventa una tortura»

Terni: Terapia oncologica senza condizionatori Francesco «In queste condizioni anche curarsi diventa una tortura»
Fa molto caldo all’interno delle stanze di terapia oncologica...

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Fa molto caldo all’interno delle stanze di terapia oncologica dove ai malati viene somministrata la chemio, mancano i condizionatori e le sedute diventano un calvario e c’è da dire anche sul cibo. «Vivo alla giornata, ho un cancro con metastasi. Vorrei che le mie sedute di chemioterapia siano un poco più serene, invece oltre la malattia devo difendermi anche del caldo.  Lì, dentro le stanze della terapia, infatti, fa un caldo asfissiante che rende ancora di più deprimente il periodo dell’attesa della seduta che dura quasi quanto un turno di lavoro». Non ne può più Francesco (nome di fantasia) costretto a fare i conti con sedute di chemio della durata anche di otto ore, con il caldo che fiacca le già residue forze e con le tapparelle delle finestre sempre abbassate con il sole che picchia inesorabile in quelle stanze e sulle poltrone. Oltre al gran caldo anche il cibo  lascia molto a desiderare. A raccontarlo anche il paziente: «Nelle otto ore che rimaniamo a fare la chemio e i controlli del sangue- viene fornito anche del cibo, dire che è immangiabile è dir poco. Nelle settimane scorse, tanto per fare un esempio, è arrivato un piatto di patate e spezzatino in umido che faceva venire il volta stomaco. Possibile non ci sia una commissione interna che controlla periodicamente quello che i pazienti mangiano, soprattutto per quello che riguarda la qualità?».  «Sono 5 anni che vado avanti con la chemio, ogni qualvolta mi devo recare in oncologia, pensare a quella stanza con tre o quattro poltrone dove ci fanno sedere, fermi, con gli aghi sul braccio e la terapia da iniettare per otto lunghe ore far star male. Prima un farmaco poi l’altro. Il tempo di mangiare il più delle volte bere un succo di frutta, perché il cibo non va giù». Il caldo fa star ancora più male, le infermiere lo sentono come i pazienti, devono “correre” senza un attimo di pausa. Un inferno. «Rimanere per otto ore seduti su un poltrona in pelle – continua Francesco - con il tempo rischiamo anche le piaghe da decubito, il nostro sedere è arrossato ed il caldo e il sudore peggiorano con il tempo la situazione». «Sempre ritornando al cibo- conclude il paziente- un'altra volta ci è stato dato del farro cotto. Sono rimasto a digiuno». Nelle stanze di terapia oncologiche del Santa Maria i condizionatori non ci sono e i pazienti si trovano a dover fare i conti oltre che con la malattia anche con il caldo. Il “Santa Maria” si giustifica: «L’Azienda ha ordinato da mesi – spiega il direttore sanitario Alessandra Ascani-  il quantitativo di condizionatori necessari per garantire il condizionamento di tutte le sale di terapia oncologica. Il ritardo nella consegna dei condizionatori risiede nella carenza mondiale di materie prime. E' prevista la consegna dei suddetti condizionatori entro i prossimi due giorni, e a seguire l'Ufficio tecnico provvederà all'immediata installazione».

 

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Il Messaggero