«Le azioni aziendali di contenimento e salvaguardia della salute, da considerare emergenziali, sono state ottenute grazie alla lotta dei lavoratori: vale la pena ricordare...
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L'Usb sostiena anche che le misure di tutela della salute dei lavoratori vanno aumentate e indica alcune iniziative da prendere: «Si deve ipotizzare la riduzione dell'orario di lavoro, agendo sui turni, perché il fattore tempo aumenta il rischio del contagio; vanno eventualmente preventivate anche pause più lunghe in modo da poter avere un recupero psicofisico sufficiente rispetto all'aumento dello stress correlato causato dall' utilizzo continuativo delle mascherine e, soprattutto, vanno ripensate le postazioni di lavoro in modo da garantire che la distanza del metro, come più volte riportato dall'Oms, sia fatto certo per tutti i lavoratori. Non accettiamo nessuna scorciatoia su tali interventi e rigettiamo da subito ogni processo di riorganizzazione strisciante che l'azienda vorrà mettere in atto, come il tentativo di attuare la flessibilità selvaggia nascondendosi dietro la rotazione per una corretta attuazione della Cassa Integrazione, cosa già annunciata per i lavoratori delle due linee di colaggio di bramme, che va a sommarsi ad un rischio di continuazione del percorso di terziarizzazione di servizi. La crisi sanitaria in atto non può essere usata dall’azienda per ristrutturare lo stabilimento».
Poi una stoccata al sindaco Latini: «Nel contesto che stiamo vivendo, dove tutti parlano di scenario economico post bellico, il Sindaco si sarebbe dovuto fare parte attiva in difesa dei lavoratori, proponendo dapprima un incontro con la Rsu, anziché nascondersi dietro a comunicati inefficaci e tardivi, preferendo l’interlocuzione e il confronto con chi detiene i rapporti di forza. La riapertura forzata che abbiamo subito in Ast, con l'autorizzazione e la responsabilità di fatto del Prefetto, per la produzione di 50 mila tonnellate (di cui 12 mila da bramme provenienti dall’Indonesia), è solo il tentativo messo in atto dal management di contenere le perdite di fatturato determinate dalla crisi Covid-19 e non ha nulla di strategico. In questo modo si mette a rischio sanitario una intera comunità, e il fatto che la fase emergenziale non sia ancora conclusa è testimoniato dall’introduzione della zona rossa in alcuni Comuni della provincia».
L’ Usb, visto anche il prolungamento del lockdown fino al 3 maggio comunicato dal Presidente del Consiglio nella conferenza stampa del 10 aprile, «non è più disponibile ad accettare il ricatto fra salute e lavoro.
Per noi le produzioni non essenziali devono rimanere ferme!»
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Il Messaggero