Terni, si fingono interessati all'acquisto e rubano i gioielli dalla vetrina del negozio di antiquariato

Terni, si fingono interessati all'acquisto e rubano i gioielli dalla vetrina del negozio di antiquariato
TERNI - Un furto in pieno giorno e in pieno centro. In quattro entrano nel negozio di antiquariato che sta a metà di corso Vecchio e si portano via i gioielli esposti in...

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TERNI - Un furto in pieno giorno e in pieno centro. In quattro entrano nel negozio di antiquariato che sta a metà di corso Vecchio e si portano via i gioielli esposti in vetrina. E’ successo mercoledì 24 maggio poco prima delle 11,30. Due ladre si fingono interessate ad alcuni vasi d’argento e chiedono di poterli vedere da vicino in modo da leggere le punzonature. Così Maria Vittoria, la mamma della titolare dell’attività antiquaria, mostra alle due presunte clienti i vasi. Un istante dopo entrano in negozio (Antichità Bulzomì) anche due uomini, che con disinvoltura e senza troppe domande iniziano a tirare via dalla vetrina alcuni anelli. A quel punto la signora Maria Vittoria si dirige verso gli uomini invitandoli a non toccare i gioielli, ma viene prontamente osteggiata dalle due donne. Capisce che la situazione è complessa. Che non ha a che fare con semplici clienti ma con veri e propri malfattori. Prova ad alzare la voce ma non li ferma né, tantomeno, li spaventa. Infatti in un battibaleno i due escono dal negozio seguiti dalle due colleghe, portandosi via quello che hanno potuto: una decina di anelli d’oro, collane antiche, bracciali, file di perle, spille, medaglioni.

Maria Vittoria chiama la figlia, Valentina Bulzomì, che si rivolge alle forze dell’ordine. «Sono intervenuti gli agenti della polizia di Stato e della Scientifica. Mia mamma è ancora scossa – racconta Valtina Bulzomì - ma per fortuna è solo spaventata. E’ stata interrogata ed ha già rilasciato alle forze dell’ordine i particolari dei quattro malviventi, descrivendone altezza e caratteristiche fisiche. Le donne, secondo mia mamma, non erano di nazionalità italiana. Quella con i capelli biondi, la più alta, non parlava proprio l’italiano. L’altra, con i capelli scuri, invece sì, ma l’accento era del Nord Europa. Per quanto riguarda i due uomini, purtroppo, non avendoli sentiti parlare, mia madre non ha potuto dire molto ma ha comunque fornito particolari sulla statura e sull’abbigliamento».

La denuncia di furto deve essere ancora formulata: «Cerchiamo prima risalire al valore degli anelli, che sono tutti catalogati. Ed avendoni anche fotografati intendimao allegare alla denuncia  le immagini dei gioielli che sono stati trafigati,  così da facilitare le inagini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero