Alla fine ha confessato: il quarantunenne in stato di fermo dopo la morte dei due adolescenti di Terni «ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo...
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Giovani morti a Terni, la disperazione della preside: «Fatto di tutto per stare vicini ai ragazzi anche a distanza»
Terni, i due ragazzi morti nel sonno. Il procuratore: «Responsabilità collettiva, ci hanno aiutato i giovani»
«Ci ho potuto parlare poco - spiega l'avvocato Carignani parlando dell'incontro con il fermato - perché singhiozzava. È un uomo distrutto, si sente in colpa per quello che è successo e ha finora prestato il massima della collaborazione agli investigatori». Per il legale ogni altra valutazione sulle indagini dovrà essere fatta «solo dopo una perizia tossicologica», che dovrà chiarire cosa ha provocato la morte dei due ragazzi. Questi - riferisce sempre l'avvocato Carignani - avrebbero incontrato il quarantunenne, per la cessione della sostanza, «tra le 21 e le 21,30 di lunedì sera nel quartiere San Giovanni». Proprio «nella disponibilità» dello stesso quartiere - e non come appreso in un primo momento nell'abitazione del fermato - è stata rinvenuta la bottiglietta sequestrata dai carabinieri che, si ritiene, conterrebbe la sostanza assunta dai due giovani. Venerdì verrà affidato l'incarico delle autopsie, che dovrebbero svolgersi nella stessa giornata presso l'ospedale di Perugia.
Potrebbe essere stato un cocktail micidiale di metadone e codeina ad aver ucciso Flavio di 16 anni, e Gianluca di 15. Proseguono senza sosta le indagini dei Carabinieri di Terni, coordinati dal tenente colonnello Stefano Verlengia: dopo l'arresto, a poche ore dal decesso dei due adolescenti, di Aldo Maria Romboli, 41enne ternano che ha confessato di aver venduto dosi di metadone ai due minorenni, non è escluso che nuovi sviluppi si possano avere a breve. Gli investigatori starebbero cercando infatti il pusher che potrebbe aver fornito a Flavio e Gianluca della codeina. Proprio il mix con il metadone, secondo gli inquirenti, sarebbe stato letale. Saranno però solo le autopsie e gli esami tossicologici a chiarire cosa è stato realmente assunto dai due giovanissimi.
Il Messaggero