Terni premia il miglior pampepato, la vincitrice: "Abbiamo la ricetta tramandata in famigia ma non sappiamo di chi fosse"

Terni premia il miglior pampepato, la vincitrice: "Abbiamo la ricetta tramandata in famigia ma non sappiamo di chi fosse"
TERNI - Ha 38 anni. Nella vita, fa l'impiegata in uno studio...

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TERNI - Ha 38 anni. Nella vita, fa l'impiegata in uno studio legale. Ma a Natale prende in mano la sua "ternanità" e prepara i pampepati. Quest'anno ha pure vinto il palio. L'edizione del Primo trofeo pampepato città di Terni, per il dolce migliore del Natale 2022, è andato a Serena Chiavolini. Dopo due anni è tornata la tradizione della premiazione nel giorno dell'Epifania al Met dopo gli assaggi della giuria la sera prima, visto che nel 2020 il concorso saltò per via del Covid, mentre nel 2021, sempre per la pandemia, venne spostato da alcune settimane. Ancora una volta, vittoria sul filo di lana, a riprova della qualità equivalente tra i dolci in concorso. Serena Chiavolini l'ha spuntata per pochi voti su Tiziana Catanzani, seconda. Per gli altri, viene riconosciuto a tutti un terzo posto a pari merito. Buona pure la qualità del pampepato di Marmore, ammesso come vincitore del concorso preliminare legato proprio al palio. Tornando alla vincitrice, ecco le sue parole: «La vincitrice è timida e riservata. E ringrazia tutti». Dopo aver partecipato anche in passato, stavolta ce l'ha fatta: «Vuol dire - spiega - che le modifiche alla ricetta hanno portato la vittoria. Ho fatto aggiustamenti e seguito qualche consiglio. Ma a volte è anche questione di fortuna. Bastano un grammo d'ingrediente in più, o un minuto in meno in forno, che cambia tutto. E' un equilibrio tra tantissimi ingredienti. Non sarà facile replicare la vittoria l'anno prossimo. Ma c'è un ingrediente base che va sempre bene. Si chiama amore». La ricetta è di famiglia. «E' in casa, ma non sappiamo da dove e da chi venga». Per un anno, terrà in casa con sè il palio, un cucchiaio di legno da pasticciere. Andrea Barbaccia, organizzatore del contest, dice: «E' stata un'edizione interessante. Mi ha fatto piacere constatare le cose che avevo notato nei pampepati siano state confermate dalla giuria». Un palio che ha risentito un po' della crisi, con molti pampepati in concorso presentati in dimensioni ridotte. «Capisco le difficoltà e i costi alti - dice su questo Barbaccia - ma credo che i pampepati debbano essere fatti in dimensioni più grandi di molti di quelli che ci hanno fatto avere. Più sono piccoli, più c'è il rischio di problemi nella cottura. In ogni modo, noi siano soddisfatti. Intorno al nostro concorso c'è sempre più interesse. Stiamo pensando anche alla possibilità di fare delle lezioni sul pampepato. Me la hanno proposta a Marmore, questa cosa. Sicuramente, la metteremo in pratica».

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Il Messaggero