Terni perde una voce autorevole: addio allo storico e collaboratore del Messaggero Mino Valeri

Terni perde una voce autorevole: addio allo storico e collaboratore del Messaggero Mino Valeri
Terni perde una delle sue voci più autorevoli: Mino Valeri, professore di disegno alle scuole medie, valente critico d’arte, curatore di numerose mostre e...

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Terni perde una delle sue voci più autorevoli: Mino Valeri, professore di disegno alle scuole medie, valente critico d’arte, curatore di numerose mostre e collaboratore de Il Messaggero. Si è spento stamattina, martedì 28 luglio, all’età di ottant’anni, nell’ospedale Santa Maria di Terni dove era ricoverato.

Walter Patalocco, giornalista, capo della redazione di Terni de Il Messaggero dal 1985 al 2009, lo ricorda così: «Collega preciso e attento, la sua correttezza professionale e umana ha arricchito per anni le pagine del nostro quotidiano e la nostra redazione».
«Ho conosciuto Mino nel 1962  - racconta Walter Patalocco - quando ho cominciato a fare questo lavoro. Collaboravo con Il Messaggero in quel periodo e ero al primo anno di università. Mino invece era una delle firme più importanti de Il Tempo, un cronista affermato che a differenza di altri, aveva un modo di trattare i giovani colleghi con rispetto ed educazione».
«Sono stato lontano da Terni per molti anni, prima per completare gli studi e poi per lavorarare a Perugia, Roma e Latina.  Quando sono tornato in città il quotidiano Il Tempo aveva chiuso la sua sede ternana, allora chiesi a Mino di collaborare con Il Messaggero. Il suo entusiasmo, il suo impegno, la sua attenzione verso i cambiamenti di costume e verso le opere restaurate, hanno fatto di lui un punto di riferimento per storici, esperti d’arte e cittadini».
Viene a mancare una persona che poteva ancora dare molto alla città. Sapeva scoprire un talento e nei suoi giudizi era preciso e attento. «Se una cosa non valeva  - ricorda Patalocco - diceva chiaramente che non valeva. Ma se Mino Valeri affermava che valeva, allora era certo che si trattava di un’opera effettivamente bella». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero