Terni, omicidio di Borgo Bovio: Ancora a disposizione la salma di Ridha, il legale dell'unico indagato ricorre al Riesame

Terni, omicidio di Borgo Bovio: Ancora a disposizione la salma di Ridha, il legale dell'unico indagato ricorre al Riesame
TERNI - La procura non si è ancora pronunciata sul rilascio della salma di Ridha, ucciso di botte a Borgo Bovio. ...

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TERNI - La procura non si è ancora pronunciata sul rilascio della salma di Ridha, ucciso di botte a Borgo Bovio.

L’autopsia, svolta sabato dal medico legale, Luca Tomassini, è durata sette ore. Un esame che sarà dirimente per comprendere le cause del decesso ma soprattutto per accertare se la morte sia stata opera di una sola persona o se invece emerga la presenza di più mani violente a infierire sul 39enne tunisino.

Se la procura non si ravviserà motivi, legati a nuovi accertamenti per un’indagine ancora in pieno svolgimento, per trattenere il corpo in Italia e concederà il nulla osta la famiglia preparerà l’addio a Ridha, che lascia tre figli in tenera età e profondo dolore in quanto lo hanno conosciuto.

«Quando avremo l’autorizzazione - dice il cognato, Dakher - lo riporteremo a Tunisi, dove l’aspettano gli anziani genitori. Prima però ci sarà una preghiera a Terni, diventata la sua città.  Un saluto da parte della comunità tunisina che vive in città e dei tantissimi ternani amici di Ridha, che  non potranno mai dimenticarlo».

Per l’efferato omicidio da una settimana è in cella Samuel Obagbolo, 26 anni, nigeriano, incensurato. Su di lui per l’accusa ci sono «gravi indizi di colpevolezza» ma all’appello per il delitto, è l’ipotesi degli investigatori, mancano diversi tasselli fondamentali per poter chiudere il cerchio.

Per la difesa di Samuel, che durante l’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, quegli indizi di colpevolezza presentano, anche alla luce delle testimonianze raccolte dagli investigatori, aspetti contraddittori che sono da rivalutare. Ed è per questo che l’avvocato Francesco Montalbano Caracci presenterà istanza al tribunale del riesame: «Riteniamo che  gli indizi non siano cosi gravi da giustificare la custodia cautelare in carcere - dice il legale.  Da quello che si è potuto appurare, non sono così chiari, univoci e coincidenti e riteniamo che ci possa essere spazio per una misura meno afflittiva per il principale accusato dell’omicidio».

Gli investigatori dell’arma vanno avanti con le indagini. Sotto la lente altre testimonianze e i telefonini di alcune delle persone che presenti alla lite che, scatenata da un banale incidente stradale, è finita nel sangue.

 

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Il Messaggero