Terni, mascherine a 50 centesimi, l'allarme: «Ne sono arrivate solo 1500»

Terni, mascherine a 50 centesimi, l'allarme: «Ne sono arrivate solo 1500»
TERNI «Cento mascherine chirurgiche le ho vendute in un quarto d'ora». Sono praticamente introvabili e a sentire Stefano Monicchi, segretario di Federfarma Terni...

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TERNI «Cento mascherine chirurgiche le ho vendute in un quarto d'ora». Sono praticamente introvabili e a sentire Stefano Monicchi, segretario di Federfarma Terni «una persona su due che viene in farmacia, chiede la mascherina». Da quando il commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri ha annunciato lo scorso 27 aprile il prezzo calmierato a 50 centesimi più iva, le mascherine chirurgiche arrivano con il contagocce e vanno via come il pane.

Con l'inizio della Fase 2, dallo scorso 4 maggio si moltiplicano le richieste di aziende, negozi, ristoranti, parrucchiere. «Stamattina ho ricevuto una richiesta da una scuola guida» dice Monicchi. Ma la risposta è sempre la stessa: «Dobbiamo centellinarle, massimo due-tre a persona». Uno stock di 10.000 pezzi ordinato prima del 27 aprile, racconta un farmacista che chiede l'anonimato, è andato venduto in quattro giorni: «Mascherine chirurgiche comprate a 95 centesime e vendute a 60» rivela. Arcuri ha parlato di 55 milioni di mascherine nei magazzini delle regioni, ma nelle farmacie del territorio di Terni, che sono una trentina, secondo Federfarma sono arrivati appena 1.500 pezzi. In media una volta ogni due giorni arrivano alle farmacie 50 (o quando va bene 100) mascherine chirurgiche, che prima di essere vendute devono passare un attento processo di spacchettamento e sanificazione.
«Durante il lockdown la gente rimaneva in casa e non usciva - dicono molti farmacisti - adesso c'è una richiesta spropositata ed il problema è che le aziende stanno riaprendo. Le mascherine che arrivano alle regioni finiscono giustamente negli ospedali e alla Protezione Civile. E nelle farmacie scarseggiano anche termoscanner e guanti». Insomma un bel pasticcio. Non mancano, invece, le Ffp2 che proteggono di più ma costano circa 5-6 euro.
Si trovano anche le cosiddette mascherine di comunità, quelle filtranti senza marchio per le quali Federfarma ha stretto un accordo con un'azienda locale. Ma negozi e aziende che per riaprire devono rispettare i protocolli sanitari chiedono le chirurgiche con certificazione. «Prima dell'annuncio di Arcuri vendevamo le chirurgiche a 1,50 euro e non erano più richieste delle Ffp2, ma da quando il prezzo è stato calmierato tutti vogliono le chirurgiche» spiega ancora Monicchi. Venivano acquistate dalla Cina tra 70 e 90 centesimi.

Adesso i farmacisti devono venderle a 50 centesimi più iva ed il sistema è in tilt. «Ci è stato chiesto di venderle su prenotazione ma non è possibile - dice la Farmacia comunale di Porta Sant'Angelo - sono contingentate, l'ultimo arrivo due giorni fa: 50 pezzi andati a ruba. Al momento abbiamo solo le mascherine di cotone idrorepellenti sanificabili per bambini». A metà tra speranza e sconforto, qualche farmacia risponde: «Dovrebbero arrivare domani». Altri si sono rassegnati a lavorare in perdita: «Avevamo applicato il prezzo politico prima che lo decidesse il commissario - dice la Farmacia Cipolla - ci arrivano a un euro senza iva, limitiamo la vendita a due pezzi per persona ma adesso siamo sprovvisti. Le Ffp2 le vendiamo a 4,90 euro quando le abbiamo pagate tra 3,90 e 4,30 più iva. Le chirurgiche a prezzo calmierato arrivano in piccolissime quantità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero