E’ un’edicola a conduzione familiare. E quella di via Eugenio Chiesa, quella lungo la strada, sul marciapiede, alle spalle del muraglione delle ex officine Bosco....
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«Anche a noi è sembrata un’occasione per stare vicino alla gente del quartiere in un momento particolare e di difficoltà della vita – argomenta Alessandro Camilli, 38 anni – Nella nostra zona ci sono molte persone non autosufficienti e già da qualche tempo avevamo maturato questa idea che poi abbiamo definito, e maturato, grazie all’iniziativa del Messaggero. Per quanto ci riguarda è una forma di cortesia nei confronti dei nostri clienti. Consegnare loro il giornale a noi non costa nulla. Solo un piccolo impegno in più ma che facciamo ben volentieri»
La signora Rita Minciarelli gestisce l’edicola da due anni. A lei l’interviste non piacciono. E’ un tipo molto riservato. E allora tocca ancora ad Alessandro.
«Si, è vero. Sono due anni che gestiamo l’edicola e siamo contenti della scelta fatta – aggiunge Alessandro, che oltre a lavorare anche in un centro sportivo cittadino fa parte della Protezione civile ed è componente volontario del corpo militare dell’ordine di Malta – sono impegnato nel sociale, mi dedico ad attività sanitarie, ma quanto posso vengo a dare una mano ai miei genitori in edicola»
Ma qual è la situazione a Terni. Il Covid 19 ha condizionato le vendite dei quotidiani e dei giornali in genere?
«Assolutamente no. La gente ha continuato a leggere – conclude Alessandro Camilli – anzi, a mio avviso c’è stata una riscoperta della lettura, dai quotidiani, alle riviste per bambini, al genere enigmistico. Insomma, tra i tanti danni fatti dalla pandemia, forse uno piccolo bene l’ha fatto ed è stato proprio quello di far riscoprire alla gente l’importanza della lettura, un patrimonio da non buttare assolutamente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero