Terni, per la famiglia dell'Unitalsi va in scena la Nona di Beethoven. E gli ammalati vogliono conoscere il vescovo Soddu

Terni, per la famiglia dell'Unitalsi va in scena la Nona di Beethoven. E gli ammalati vogliono conoscere il vescovo Soddu
TERNI - Un inno alla gioia dedicato ai più fragili. Un inno alla gioia che ha capovolto le consuetudini e portato in prima fila chi, troppo spesso, siede in fondo. Per...

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TERNI - Un inno alla gioia dedicato ai più fragili. Un inno alla gioia che ha capovolto le consuetudini e portato in prima fila chi, troppo spesso, siede in fondo. Per il “Concerto della gioia”  si è scelto di portare in scena l’opera monumentale di Beethoven: la Nona Sinfonia. Ma non è per solo quella scelta che la sera di mercoledì 20 luglio, all’Anfiteatro Romano di Terni, c’era tanto pubblico: tanti  ammalati costretti sulla sedia a rotelle avevano  tanta  voglia  di uscire e di partecipare ad un grande spettacolo musicale. L’Unitalsi li ha accompagnati  fin lì, perché quel concerto era  per loro.

 Pietro Fioretti, presidente dell’Unitalsi di Terni, Narni e Amelia, lo  ha chiamato “Concerto della gioia” di fronte ad una platea  (950 persone) che, dal palco sembrava esplodesse. Il sentimento di gioia, scivolando sulle note di Beethoven ha raggiunto il cuore di ognuno. Vescovo e sindaco compresi. E di Fioretti. Ma era quello, d’altro canto,  il principale obiettivo dello spettacolo che coinvolgeva tre cori, un’orchestra e alcuni solisti, e che faceva parte del cartellone del  festival Federico Cesi, che proseguirà nei Comuni di Terni, Acquasparta, Montecastrilli e San Gemini.«Con questo evento abbiamo regalato una serata di gioia ai più fragili, che fanno parte della grande famiglia dell’Unitalsi. E con questo evento abbiamo aperto la raccolta fondi che ci consentirà di ampliare le nostre iniziative a sostegno delle persone con disabilità e degli anziani». Fioretti spiega la ragione di tanta partecipazione di pubblico: «L’amore per la musica e per la solidarietà». E parte da qui, dalla Nona di Beethoven, per progettare altre puntate di speranza, perché l’Unitalsi, tra le altre cose, si occupa di organizzare i pellegrinaggi a Lourdes e in Terra Santa. «Il valore di questa iniziativa mette in risalto il legame tra la musica e il volontariato» – ha detto l’assessore al welfare Cristiano Ceccotti, che non è mancato all’appuntamento con la Sinfonia Corale in Re minore per soli, coro e orchestra, op. 125 di Ludwig van Beethoven.

«Quando a gennaio Pietro Fioretti propose di organizzare un concerto del genere, che coinvolge 130 musicisti, ci siamo mobilitati con l’assessore alla cultura Cecconelli, per concedere il nostro anfiteatro. E per premiare e condividere l’impegno di chi ogni giorno si dedica ai più deboli». Ceccotti era in prima fila, al “Concerto della gioia”, accanto a Cecconelli, al consigliere della Lega Federico Brizi, al  vescovo Soddu e al sindaco Latini. E in prima fila, accanto alle personalità, c’erano gli assistiti. Per loro erano state tolte le seggiole (sono arrivati con le sedie a rotelle). Ma non ce la facevano a stare fermi: si chiedevano chi fosse il vescovo Soddu. Molti di loro non lo avevano mai incontrato perchè arrivato da poco. Ma monsignor Soddu ha spiazzato gli spettatori: si è presentato in camicia azzurra, arrivando per primo. Lo avevano notato in molti, ma nessuno avrebbe mai immaginato che fosse il vescovo di Terni, Narni e Amelia. «A saperlo», si dicevano l'un con l'altra le persone sedute in prima fila.

Dopo che monsignor Soddu è salito sul palco per salutare l'iniziativa, e dopo che il pubblico si è reso conto che ce lo aveva  "a portata di mano", è iniziato il concerto.  «E non abbiamo potuto toccarlo». Gli assistiti cercavano un contatto: «Per ringraziarlo di quello che sta facendo per la comunità». Ma poi si sono sono lasciati travolgere dalla imponenza dell’opera di Beethoven. E per due ore è stata solo gioia.  .

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Il Messaggero