All'ingresso della tensostruttura, allestita dall'associazione San Martino in piazza della Repubblica, viene consegnato un passaporto con dei soldi, tutto rigorosamente...
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Il viaggio immaginario è terminato si esce dalla tensostruttura. E si rivede la piazza, si torna al reale. "Io so che significa viaggiare tra le onde in tempesta con la paura di morire", racconta una signora visibilmente provata. Cerca la mano della volontaria quando riconsegna la mantella avuta poco prima.
Chi partecipa all'esperienza "Sconfinati-siamo tutti sulla stessa barca", all'ingresso della tensostruttura riceve un foglietto su cui è scritta la storia di una persona che ha affrontato il mare per scappare da guerre e cercare di ricostruire un'esistenza. La narrazione non fa parte della simulazione è una storia vera di persone che scappano dalla Siria, la Nigeria, dal Pakistan e da tutti quei paesi dove guerra povertà o gli effetti dei cambiamenti climatici, rendono impossibile la sopravvivenza; sul foglietto non c'è scritto se quella persona, di cui si è presa virtualmente l'identità, riesce o no a salvarsi, per saperlo ci si deve collegare al sito http://sconfinati.caritasambrosiana.it/migranti.htm.
"Sconfinati- siamo tutti sulla stessa barca" è stata voluta dall'associazione di volontariato San Martino, dalla Caritas diocesana e dalla Diocesi di Terni Narni e Amelia. Si tratta di un percorso esperienziale che tutti possono fare, l'ingresso è gratuito, in piazza della Repubblica fino al 18 novembre dalle 9 alle 18. La manifestazione è stata ideata per sensibilizzare e approfondire i temi delle migrazioni, da chi parte a chi resta nei paesi d'origine, a chi attraversa i luoghi di transito, a chi abita i paesi di approdo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero