Terni. Ferentillo capitale del folklore: esibizione di undici gruppi nel primo raduno interregionale

Terni. Ferentillo capitale del folklore: esibizione di undici gruppi nel primo raduno interregionale
L’organetto accompagna i balli, i canti, il folklore che...

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L’organetto accompagna i balli, i canti, il folklore che “investe” tutti indistintamente. La musica popolare si ripropone alla grande a Ferentillo domenica prossima con un raduno interregionale a cui partecipano 11 gruppi. Per un giorno il borgo  risuonerà di canti e balli portando una ventata di tradizione che, altrimenti, con gli anni andrebbe a scomparire. Tutto è pronto per l’evento che i cantori delle Valnerina hanno fortemente voluto portando nel borgo anche una ventata di turismo. Tredici le compagnie che si esibiranno lungo la via del paese, per poi intorno alle 20 dare vita al festival popolare. Tre di queste 3 sono del posto: si tratta dei “I cantori della Valnerina “, dei “Tamburini di Ferentillo” e "Associazione campanari di Ferentillo". Poi c’è il gruppo “Folk Magrù” di Amatrice; “Il gruppo folkloristico spoletino”; “Li matti de Montecò” da Montecosaro di Macerata; " Interamna Folk“ di Terni; "La compagnia il cilindro”di Monsigliolo di Arezzo; “Agilla e Trasimeno” di Castiglion del Lago”di Perugia; “Canto popolare Giano dell’Umbria” sempre da Perugia, per passare a Terni con “Gli sbandieratori di san Gemini”. Alla fine dell’esibizione dei gruppi, una carrellata di musica  con “I fantastici organetti” dell’Umbria e del Lazio. Soddisfazione per l’evento è stato espresso dalla sindaca di Ferentillo, Elisabetta Cascelli: «Accogliamo con entusiasmo tutti i gruppi che da ogni parte dell’Umbria e da altre regioni, partecipano gioiosamente a questa festa». Pietro Matteucci è il factotum è il responsabile del progetto, l’organizzatore ed anche il vice presidente dei Cantori della Valnerina. «Sono 23 anni che siamo sul palcoscenico- spiega- abbiamo percorso tanti chilometri anche fuori dall’Italia per affermare la nostra tradizione e i nostri costumi. Siamo stati ricevuti a Roma anche dal Papa che è rimasto sorpreso di tanto folklore». Tra le persone di spicco facenti parte del gruppo anche un arzillo cantastorie, Vincenzo Fortunato Ciocci di 86 anni «non è il solo nostro cantante dialettale- continua Pietro - ma è quello che attira su di se gli applausi delle gente». «Purtroppo- conclude il vice presidente- siamo non dico vecchi ma anziani, andiamo avanti con tanto entusiasmo e qualche acciacco. Del gruppo dei 19 non tutti godono ottima salute ma la passione per portare in strada la tradizione e il folklore non manca mai a nessuno». A conclusione del festival un kermesse di organetti con il maestro Giampiero Mortaro.

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Il Messaggero