Farmacie, guerra di nervi

Una farmacia comunale
La resa dei conti è vicina. Anche l'ultimissimo tentativo di mediazione è fallito. I pontieri hanno lavorato ininterrottamente da giovedì, ma nessuno...

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La resa dei conti è vicina. Anche l'ultimissimo tentativo di mediazione è fallito. I pontieri hanno lavorato ininterrottamente da giovedì, ma nessuno è riuscito nell'impresa di mettere tutti intorno a un tavolo prima dell'assemblea dei soci di FarmacieTerni, fissata per il 23 ottobre. L'amministratore unico Fausto Sciamanna non appare minimamente intenzionato a fare quel passo indietro istituzionale che il sindaco Leonardo Latini ha rivolto a tutti i vertici delle partecipate. L'assessore al bilancio, Fabrizio Dominici, resta dell'idea che vada cambiata subito la guida delle farmacie comunali. Le distanze sono rimaste le stesse da quando è scoppiato lo scontro tra l'assessore Dominici e Sciamanna. Se le condizioni non dovessero cambiare, il 24 ottobre potrebbe succedere di tutto, anche la messa in liquidazione di FarmaciaTerni se il bilancio non dovesse essere approvato. Sciamanna, forte dello Statuto e convinto di aver operato per il bene della partecipata, come ha più volte spiegato, non vuole lasciare il timone delle farmacie comunali, mentre l'assessore Dominici è pronto a calare una carta vincente proprio durante l'assemblea pur di far valere le sue ragioni. Approvare il bilancio per evitare la messa in liquidazione e al tempo stesso mettere in fuori gioco Sciamanna, questo lo schema che Dominici ha concordato con il sindaco Latini in vista dell'appuntamento del 23. Se sarà scacco matto è ancora tutto da vedere, ma l'ultimo tentativo di convincere Latini a confermare Sciamanna pare abbia infastidito non poco il primo cittadino. A tal punto da dare carta bianca all'assessore Dominici. Il quale non aspettava altro.


​Le reazioni 
«L'importante è che l'esercizio 2017 - commenta il presidente del Consiglio comunale, Francesco Maria Ferranti - venga approvato e si eviti la liquidazione, come ripeto da tempo. Per il resto auspico che gli scontri istituzionali non vi siano realmente, poiché non fanno l'interesse pubblico, lo abbiamo visto bene con Di Girolamo» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero