Rizzo lancia la candidatura di Mariano De Persio del Pc «Non credete alla promesse i sindaci sono kapò finanziari»

Rizzo con il candidato De Persio
Sarà anche per la somiglianza, ma la battuta, un po’ colorita a dire il vero, sulla giovane vista in Tv che si vanta di girare l’Europa a suon di stage,...

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Sarà anche per la somiglianza, ma la battuta, un po’ colorita a dire il vero, sulla giovane vista in Tv che si vanta di girare l’Europa a suon di stage, ovviamente non retribuiti, e senza di fatto concludere niente, strappa una risata degna del miglior Caludio Bisio. La chiosa è ancora più pungente. «Un giovane deve essere contento di spendere 19 euro per andare a Dublino in aereo, peccato però che non ha un lavoro». Eccolo il punto di arrivo, e di partenza, dell’intervento di Marco Rizzo, ieri pomeriggio all’hotel de Paris per presentare la candidatura di Mariano De Persio a sindaco di Terni con il Partito comunista. Sì, proprio quello con la falce e martello in primo piano. Quello della lotta al capitalismo che il segretario Rizzo adatta ai tempi moderni, citando Facebook e Apple, ma tirando in ballo anche Fondo Monetario e Banca centrale europea. «Lavorare meno, per lavorare tutti e meglio, perché le tecnologie oggi lo consentono», dice Rizzo rivolgendosi a una platea di giovani, moltissimi dei quali nemmeno erano nati quando con il muro di Berlino crollò il sogno comunista. Secondo Rizzo, la sinistra ormai ha perso la bussola, il «contatto con il popolo». «Hanno fatto l’occhiolino alle banche. Hanno parlato delle moschee, noi siamo contro il Vaticano figurarsi,  e dei diritti civili, va bene, per carità. Ma per noi comunisti la barra dritta deve essere il lavoro», ha aggiunto Rizzo.«Non credete ai sindaci che vi fanno promesse», avverte il segretario generale del Pc, rivolgendo uno sguardo al candidato De Persio seduto alla sua sinistra. «I sindaci - afferma Rizzo - sono ridotti a Kapò fiscali, costretti a spremere i cittadini. A Terni poi la situazione è ancora peggiore con il prossimo sindaco costretto a stare sotto botta dei commissari».
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Il Messaggero