Terni, detenuto si toglie la vita in carcere. Il garante, Caforio: "L'assistenza sanitaria e psicologica raggiunto livelli insostenibili"

Terni, detenuto si toglie la vita in carcere. Il garante, Caforio: "L'assistenza sanitaria e psicologica raggiunto livelli insostenibili"
TERNI - Si è tagliato con una lametta e ha tentato di impiccarsi nella cella del carcere di Sabbione dove stava scontando una condanna definitiva per reati legati al...

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TERNI - Si è tagliato con una lametta e ha tentato di impiccarsi nella cella del carcere di Sabbione dove stava scontando una condanna definitiva per reati legati al traffico di stupefacenti.

Il detenuto nordafricano, 49 anni, soccorso dal personale della penitenziaria e dal medico di guardia, è stato trasportato in ospedale, dove è deceduto a distanza di poche ore dal ricovero.

Sulla vicenda il sostituto procuratore, Raffaele Pesiri, ha aperto un fascicolo, delegando le indagini alla polizia penitenziaria. Che in queste ore sta cercando di rintracciare i familiari del nordafricano.

La certezza è che il 49enne, arrivato a Sabbione cinque mesi fa dal carcere di Perugia, era uno dei detenuti che, per motivi di ordine e sicurezza, sono costretti a frequenti spostamenti tra un penitenziario e l’altro. Lui, che a Terni non voleva stare e che aveva perso i contatti con i parenti, più volte aveva protestato per chiedere di essere trasferito altrove. Il fine pena per il detenuto, deceduto mercoledì sera al “Santa Maria”, sarebbe arrivato nel 2024.

Ora si indaga per ricostruire la dinamica di quello che è successo nella tarda serata di martedì nella cella dove l’uomo si è procurato le lesioni che non gli hanno lasciato scampo. Non è escluso che il magistrato inquirente disponga l’autopsia.

«Il tema dei suicidi in carcere - dice l’avvocato Giuseppe Caforio, garante regionale dei diritti dei detenuti - è diventato il principale argomento della conferenza dei garanti italiani. E’ stato predisposto un documento, con richiesta di intervento urgentissimo del dap di tutte strutture carcerarie, perché il fenomeno ha assunto una rilevanza quantitativa oramai preoccupante, con dati mai visti nella storia delle carceri italiane. Le ragioni - aggiunge Caforio - sono molteplici, ma principalmente si registra una carenza di  interventi sotto il profilo dell’assistenza sanitaria e psicologica che ha raggiunto livelli insostenibili, che violano i più fondamentali principi costituzionali e che stanno portando l’Italia a numerose condanne da parte della giustizia della convenzione dei diritti dell’uomo». Per Giuseppe Caforio «in questo quadro, l’ultimo suicidio di Terni non  è che l’ennesima riprova di un grave default del sistema carcerario che impone interventi della massima urgenza perché se è giusto che vi sia la certezza della pena per chi ha sbagliato, è altrettanto giusto che vi sia rispetto per la dignità umana di tutti, a cominciare da quella dei detenuti. Se la funzione della pena è riabilitativa - conclude il garante - si devono riabilitare anche con percorsi psico-sanitari adeguati, che in questo momento sono assenti».

Per Fabrizio Bonino del Sappe «quello di Terni è un carcere fuori controllo, con una grave carenza di organico, una gestione che fa acqua ormai da troppo tempo e un sovraffollamento non più gestibile».

La Lega Umbria esprime solidarietà alla polizia penitenziaria e chiede, oltre al potenziamento degli organici, che gli agenti in servizio siano dotati di taser.  

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Il Messaggero