Terni, detenuto albanese di 46 anni in carcere per violenze in famiglia si uccide a Sabbione

Terni, detenuto albanese di 46 anni in carcere per violenze in famiglia si uccide a Sabbione
TERNI - Gli agenti della penitenziaria l'hanno trovato senza vita nella cella del carcere di Sabbione. Il detenuto, 46...

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TERNI - Gli agenti della penitenziaria l'hanno trovato senza vita nella cella del carcere di Sabbione.

Il detenuto, 46 anni, albanese, finito in carcere prima per tentata rapina e poi per violenze in famiglia, ha chiuso con la viti impiccandosi e a nulla sono valsi i soccorsi dei sanitari e della polizia penitenziaria.

La tragica scoperta stamattina alle 10 e 30.

"Siamo costrernati e affranti. Un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea” denuncia Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria. 

Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe sottolinea che "si continua a parlare se ci sono azioni da intraprendere per poter evitare tale gesto estremo ma il problema è preventivo, non successivo.  Con il passaggio della sanità penitenziaria alle Regioni, la situazione è purtroppo estremamente peggiorata. La carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri è il punto cruciale della questione. A nostro avviso servono concorsi regionali e assunzioni di personale sanitario”.

Per Capece “chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica ed istituzionale dovrebbe andare in carcere a Terni a vedere come lavorano i poliziotti penitenziari, orgoglio non solo del Sappe e di tutto il corpo ma dell’intera nazione. L’ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono".

Per il Sappe "è fondamentale dare corso a riforme strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena nazionale, a cominciare dall’espulsione dei detenuti stranieri, specie quelli, e sono sempre di più, che, ristretti in carceri italiani, si rendono protagonisti di eventi critici e di violenza durante la detenzione".

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Il Messaggero