Terni, sei condanne all'Ast per violazioni sulla sicurezza. La sentenza legata alla morte di Gianluca Menichino

Terni, sei condanne all'Ast per violazioni sulla sicurezza. La sentenza legata alla morte di Gianluca Menichino
TERNI - Sei condanne per reati contravvenzionali legati a violazioni in materia di sicurezza e di valutazione dei rischi nel reparto Pix 1 dell’Ast, dove Gianluca Menichino,...

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TERNI - Sei condanne per reati contravvenzionali legati a violazioni in materia di sicurezza e di valutazione dei rischi nel reparto Pix 1 dell’Ast, dove Gianluca Menichino, 35 anni, ternano, il 2 ottobre 2017 rimase schiacciato tra il coil d’acciaio e la scala che conduce alla cabina di comando del reparto.

Il cuore dell’operaio si fermò il 9 gennaio, dopo mesi di agonia.

Per la sua morte un anno fa furono condannati per omicidio colposo in sei tra apicali di Ast e capiturno mentre per i tre manutentori arrivò l’assoluzione.

Ieri la sentenza dell’altro segmento del processo penale, legato ai reati contravvenzionali che erano stati contestati agli stessi imputati. Una sentenza, quella del giudice monocratico, Enrico Zibellini, che ricalca quella di un anno fa.

L’ingegner Massimo Calderini, all’epoca direttore di stabilimento, è stato condannato a quattro mesi di reclusione. Condanne anche per i cinque dipendenti che, all’epoca dell’infortunio costato la vita a Gianluca Menichino, avevano responsabilità nella produzione a freddo e nel reparto Pix1: Due mesi per Dimitri Menecali e Gianvincenzo Salamone, venti giorni di reclusione per Emanuele Fabri, Alfonso Alongi e Raffaele Longo. 

Agli apicali di Ast venivano contestate, a vario titolo, violazioni in materia di mancata previsione, nel documento di valutazione rischi, dei rischi di movimentazione del coil e dell’utilizzo della scala di accesso al pulpito del carroponte. Ai capireparto e capoturno invece si contestava il fatto di non aver segnalato le anomalie nella movimentazione del coil che venivano ricavate dal fatto che sulla balaustra e in altre parti dell’impianto c’erano saldature di riparazioni che potevano generare danni e comportavano rischi per chi operava.

Anche in questo processo sono stati assolti i tre addetti alla manutenzione del reparto pix1: Federico Mariani, Arcangelo Lanni e Leonardo Zaffrani.

“Faremo appello come per il primo processo - dice l’avvocato attilio Biancifiori, che difende i tre capireparto - perché anche in questo giudizio ci sono fattori di natura esterna di particolare eccezionalità tali da riportare alla condotta dell’operatore la causazione dell’infortunio e non all’omissione di misure precauzionali che erano state sempre seguite anche per gli altri carro pontisti”.

Il processo si è svolto in assenza della parte civile in quanto nel frattempo i familiari della vittima sono stati risarciti.

 

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Il Messaggero