Terni, alla comunità Incontro una decina di minorenni vogliono uscire dal tunnel della tossicodipendenza

Giampaolo Nicolasi preoccupato per gli effetti delle droghe create in laboratorio

Terni, alla comunità Incontro una decina di minorenni vogliono uscire dal tunnel della tossicodipendenza
TERNI - «E’ giusto dare la notizia di cronaca del sequestro della cocaina rosa ma bisogna anche spiegare i danni che questa sostanza produce. Altrimenti rischiamo di...

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TERNI - «E’ giusto dare la notizia di cronaca del sequestro della cocaina rosa ma bisogna anche spiegare i danni che questa sostanza produce. Altrimenti rischiamo di inculcare nei ragazzi e nelle ragazze la voglia di provarla la cocaina rosa, di andarla a cercare ovunque per vedere gli effetti che fa».

Giampaolo Nicolasi, capostruttura della comunità Incontro fondata da don Pierino Gelmini, combatte da anni con le nuove droghe create in laboratorio, tanto in voga tra gli adolescenti.

A Molino Silla di Amelia, casa madre della struttura, sono ospitati una decina di minorenni che tentano di uscire dal tunnel buio della tossicodipendenza.

«C’è un ragazzo di 15 anni che ha iniziato a fare uso di cocaina a 13, quando era un bambino - dice Nicolasi. Abbiamo ragazze che hanno festeggiato i 18 anni in comunità. Hanno iniziato a rovinarsi la vita troppo presto, come tanti altri. Cominciano con le canne, ci bevono l’alcol, poi assumono la cocaina e diventano poliassuntori. Il loro unico obiettivo è stordirsi. In qualsiasi modo. Per calmare l’effetto eccitante usano i fentanili, sostanze che stanno causando tanti decessi al punto da far scattare l’allerta del sottosegretario di Stato, Alfredo Mantovano».

Anche nelle strutture della comunità Incontro una delle emergenze è legata al dilagare, tra gli ospiti, del consumo di droghe sintetiche la cui composizione è un mistero.

«La cocaina rosa, come tante altre sostanze fatte in laboratorio, buca la corteccia cerebrale e provoca danni irreversibili su un cervello che si sta formando. Ai ragazzi - aggiunge Giampaolo Nicolasi -  ripeto che la vita è uno sballo da lucidi, che vita non è sballarsi. Noi dobbiamo puntare sull’informazione, a partire dalle scuole e dai luoghi frequentati dai ragazzi. Devono conoscere tutti i danni che fa la droga».

Nelle sedi umbre della comunità Incontro ci sono 300 persone che vogliono uscire dal tunnel.

I posti non bastano a soddisfare le richieste d’aiuto. Ora si  lavora all’ampliamento di una delle strutture per creare un modulo dedicato alle donne e alle mamme che hanno figli da crescere.

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Il Messaggero