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TERNI - Consegnavano la cocaina a domicilio. La portavano direttamente a casa, in ufficio, oppure nei luoghi dove si svolgevano le feste.
Davano corso a ordini di modesta entità per assicurarsi l'escamotage dell'uso personale ed evitare, se per caso fossero stato fermati dalla forze dell'ordine, l'arresto. E riuscire a continuare impuniti la loro intensa attività di spaccio.
Le indagini portate avanti dai carabinieri di Terni hanno permesso di arrestare i tre pusher, attivi tra Terni e Narni.
In carcere sono finiti un albaese di vent'anni, già arrestato a febbraio mentre tornava da Roma con un carico di quattro chili di marijuana, la fidanzata venezuelana e un giovane libico.
Le indagini dei militari si sono concentrate sul modus operandi degli spacciatori. Le ordinazioni dei numerosi clienti che chiedevano la dose grazie ai messaggi istantanei e ai social, erano tantissime. I tre, per l'accusa, consegnavano ogni volta da uno a dieci grammi di sostanza ai consumatori di Terni e Narni, meta prediletta del ventenne albanese, presunto capo della banda di pusher. Che nascondeva le dosi già pronte per essere ritirate nei boschi tra il capoluogo di provinci e Narni. Le delicate indagini si sono chiuse con l'arresto dei due pusher mentre la fidanzata dell'albanese è ai domiciliari.
"L’operazione - dicono dal comando di via Radice - rappresenta l’ennesima testimonianza dell’impegno della Procura della repubblica di Terni nella lotta al fenomeno, ormai da tempo dilagante, dello spaccio di droga a Terni. L’aspetto inquietante è costituito dalle modalità di cessione della sostanza stupefacente: il crimine organizzato sposta il mercato delle droghe dalle piazze e dalle pubbliche vie, sempre più sorvegliate, alla consegna a domicilio proprio per eludere le riprese delle telecamere. Le strategie criminali cambiano ma lo Stato si adegua mettendo in campo le migliori energie per intercettarle e combatterle".
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