Cgil: “In 8 anni persi 13mila posti di lavoro quattromila in provincia di Terni”

Cgil: “In 8 anni persi 13mila posti di lavoro quattromila in provincia di Terni”
TERNI  Dal 2008 al 2016 in Umbria si sono persi 13 mila posti, di cui 4 mila nella provincia di  Terni (tutti...

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TERNI  Dal 2008 al 2016 in Umbria si sono persi 13 mila posti, di cui 4 mila nella provincia di 

Terni (tutti nel manifatturiero), mentre solo il 19% delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato, contro una media nazionale del 26%: a dirlo sono i dati di Istat e Inps, diffusi dalla Cgil. «Purtroppo, i numeri confermano che parlare di ripresa e dispensare ottimismo sulla situazione economica e occupazionale dell'Umbria appare quanto mai fuori luogo», hanno detto, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la sede ternana del sindacato, Mario Bravi, presidente dell'Ires Cgil regionale, e Attilio Romanelli, segretario generale della Camera del Lavoro di 
Terni. Per i due sindacalisti, «anziché raccontare una storia che si scontra evidentemente con la realtà dei fatti», sarebbe opportuno prendere atto della gravità della situazione e mettere in campo politiche alternative a quelle proposte fino ad oggi, «politiche di investimento pubblico e privato che possano creare occupazione stabile e di qualità, quell'occupazione che la politica dei bonus e degli incentivi non è riuscita invece a produrre». Secondo la Cgil, da questo punto di vista, l'opportunità offerta dal riconoscimento di 
Terni-Narni come area di crisi complessa è fondamentale. «Tuttavia - ha osservato Romanelli - non vorremmo che l'occasione andasse sprecata per la mancanza di una regia e di una progettazione chiara da parte delle istituzioni. Per questo abbiamo chiesto con insistenza una mappatura dei reali bisogni del sistema produttivo ternano, con particolare attenzione, ad esempio, alla questione ambientale e alla logistica, ma al momento non ci sembra di riconoscere una strategia complessiva che scongiuri il rischio di una distribuzione di risorse non realmente legata agli obiettivi fondamentali di creazione di buona occupazione e nuovo sviluppo del territorio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero