Terni, Cgil: «In otto anni persi 2550 posti di lavoro»

Terni, Cgil: «In otto anni persi 2550 posti di lavoro»
TERNI Tra il 2008 e il 2016 il territorio ternano ha perso 2.550...

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TERNI Tra il 2008 e il 2016 il territorio ternano ha perso 2.550 occupati, arrivando a registrare un tasso di occupazione del 42,5%, dato più basso dell'Umbria dopo quello di Norcia: è quanto ha reso noto questa mattina il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli, nel corso di una conferenza stampa convocata in occasione dell'inizio dell'anno. Conferenza che si è aperta con il ricordo di Gianluca Menichino, l'operaio dell'Ast morto ieri dopo sei mesi di agonia a seguito di un incidente sul lavoro, «una tragedia - ha sottolineato Romanelli - che ripropone con forza per il 2018 il tema della sicurezza sul lavoro». L'anno appena iniziato, ha sottolineato il segretario della Cgil, si prospetta in continuità su diversi temi con il 2017, durante il quale l'economia ternana ha confermato un quadro «estremamente critico», sia sul fronte dell'andamento demografico che dell'occupazione. Il lavoro, soprattutto per quanto riguarda gestione degli appalti e lotta alla precarietà, è dunque la prima priorità da affrontare nel nuovo anno secondo Romanelli, a seguire la questione delle infrastrutture e dell'ambiente, temi nei quali «Terni si è infatti caratterizzata negli ultimi anni per troppi progetti incompiuti». Per il segretario della Cgil ternana la piattaforma logistica può rappresentare il punto di partenza per invertire questa tendenza, diventando un hub di secondo livello per la raccolta delle merci e la successiva distribuzione, sia in ambito urbano che verso i principali hub europei, con l'obiettivo di rafforzare il collegamento strategico tra il porto di Ancona e quello di Civitavecchia. Terza e ultima macroarea di intervento, per la Cgil è infine la sanità, attraverso una rimodulazione dei servizi offerti. «Ma per passare dalle parole ai fatti - ha concluso Romanelli - servono amministratori e controparti che intendano misurarsi davvero attraverso il confronto e non limitarsi ad una mera informazione su temi decisivi per la nostra comunità».
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Il Messaggero