A caccia in Serbia, arrestati 2 ternani avvocato e veterinario nei guai

A caccia in Serbia, arrestati 2 ternani avvocato e veterinario nei guai
TERNI - Un veterinario e un avvocato di Terni sono stati arrestati in Serbia, dove si trovavano per una battuta di caccia in compagnia di Lorenzo Angeletti, ex comandante della...

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TERNI - Un veterinario e un avvocato di Terni sono stati arrestati in Serbia, dove si trovavano per una battuta di caccia in compagnia di Lorenzo Angeletti, ex comandante della stazione del corpo Forestale di Poggio Mirteto. Fatale è stata la detenzione di cartucce per i fucili non denunciate dopo l'acquisto. L'episodio, avvenuto a poche decine di chilometri dal confine tra la Serbia e la Macedonia. L'arresto risale a domenica 16 novembre ma solo dopo quattro giorni i fermati hanno potuto informare di quanto era accaduto le proprie famiglie, le quali hanno provveduto a incaricare dei legali a Belgrado che hanno presentato istanza di remissione in libertà, in attesa dell'udienza che si dovrà tenere entro trenta giorni in tribunale.




Ai cacciatori italiani, sulla base del regolamento locale in vigore, è stato contestato il reato di tentato contrabbando di armi per la detenzione di un munizionamento non registrato. Questo ha fatto scattare il provvedimento di fermo e sulla vicenda si sono attivati sia la Farnesina che il consolato italiano in Serbia, paese per il cui ingresso in Europa sono iniziati a Bruxelles i negoziati di adesione. Insieme ai due ternani, oltre ad Angeletti, viaggiava anche un accompagnatore del posto, rilasciato dalla polizia, al quale sono stati poi affidati in custodia i cani, fino a quando tutta la storia non sarà definita, e i tre potranno tornare in Italia.



Il fermo dell'ex comandante Angeletti, come era comprensibile, ha suscitato numerose reazioni, soprattutto negli ambienti della Forestale dove l'ex sottufficiale è sempre stato apprezzato per la sua professionalità, ma anche nei comuni dove in passato ha prestato servizio, Monte San Giovanni e Poggio Mirteto in particolare, sono in molti a ricordare l'equilibrio della sua condotta. Proprio perché considerato un esperto della materia, molti ritengono che l'ex sottufficiale e i due amici di Terni siano rimasti vittima di una leggerezza che, però, la diversa legge del paese balcanico dove si erano recato per una battuta di caccia punisce con severità.
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Il Messaggero