Terni, ballottaggio. I flussi elettorali: opposizione frammentata, ma anche Bandecchi si muove su un terreno instabile

Un secondo turno “da manuale” quello condotto da Stefano Bandecchi e che lo ha portato a essere eletto sindaco. Il candidato di Alternativa Popolare ha mantenuto alta...

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Un secondo turno “da manuale” quello condotto da Stefano Bandecchi e che lo ha portato a essere eletto sindaco. Il candidato di Alternativa Popolare ha mantenuto alta la mobilitazione dei suoi elettori del primo turno ed è riuscito a attrarre molti nuovi sostenitori che due settimane fa avevano preferito altri. Alla fine dello scrutinio incassa infatti oltre 19mila voti, 6mila in più rispetto al primo turno in termini assoluti, un importante +44%, e questo nonostante il calo dell’affluenza (passata dal 59% al 47%).

Per contro, la coalizione di destra a sostegno di Masselli non è riuscita ad allargare il suo sostegno, portando a casa solo 16mila voti, mille in meno rispetto alla precedente tornata. La logica della legge elettorale a doppio turno non lascia scampo: se al primo turno è importante raccogliere consenso tra lo zoccolo duro dei propri sostenitori, al secondo serve allargare, includere, attrarre. E questo garantisce ai nostri comuni da trenta anni sindaci con una chiara legittimazione popolare e una forte stabilità nel poter governare.

Dove e come Bandecchi ha raccolto i voti in più che lo hanno portato alla vittoria? Sulla base dei dati diffusi dal comune di Terni a livello di sezione elettorale possiamo calcolare una stima dei flussi di elettori tra il primo e secondo turno. La capacità di attrazione di Bandecchi sembra trasversale, registrando flussi in ingresso da elettori che al primo turno avevano scelto Fiorelli, Kenny e che si erano astenuti. I flussi in entrata sono stati così consistenti che hanno più che compensato la quota di elettori che al primo turno ha scelto Bandecchi ma si è poi astenuta al secondo turno, deflusso che ha colpito maggiormente il patron della Ternana rispetto a Masselli, sintomo forse di una “fedeltà elettorale” più debole al nuovo candidato.

Va segnalato come anche la destra sia riuscita a pescare dallo stesso bacino di Bandecchi (M5S, PD e astenuti), ma con minore intensità. Emerge anche come il candidato di Alterativa Popolare sia riuscito anche a strappare qualche elettore al suo stesso avversario, elettore che forse aveva barrato il nome di Masselli al primo turno più per fedeltà ad un partito della coalizione che per convinzione sul candidato e che al secondo turno ha quindi invece votato sulla base della preferenza per il candidato.

Anche dal punto di vista geografico, e in maniera simile a quanto osservato durante il primo turno, il consenso per il patron della Ternana è stato abbastanza trasversale. Bandecchi guadagna voti in ogni sezione elettorale della città, nessuna esclusa, e vale la pena sottolineare di nuovo come questo guadagno avvenga in numeri assoluti anche a fronte del calo dell’affluenza. In particolar modo il presidente di Unicusano recupera voti nelle aree del centro storico (+52% di voti), e della Valnerina-Marmore (+58%), dove infatti al primo turno era andato peggio. Guadagna meno, ma solo perché era già andato molto bene al primo turno, nell’area acciaierie-ospedale. Masselli perde invece voti soprattutto nella zone Sabbioni-Polymer, Cospea e San Valentino, mentre tiene al centro storico e nella Valserra. Alla fine la mappa del voto vede Bandecchi sopra il 50% in tutte le aree della città (con punto nella fascia Cospea-SanValentino-LeGrazie-Matteotti) tranne nel centro storico, dove viene sorpassato di poco da Masselli.

Si apre ora una stagione nuova per la politica ternana, inedita sotto molti punti di vista. Lo sfaldamento delle storiche classi dirigenti locali è completo: prima, nel 2018, si è consumata l’estinzione del centro sinistra, che pure aveva governato la città dal dopoguerra ad oggi. Ora anche la destra, storica opposizione con il vento in poppa a livello nazionale, mostra una mancanza di sintonia con gli elettori e una incapacità di governo dei processi politici ternani. In mezzo, l’incapacità del M5S di incidere davvero, nonostante il favore elettorale del periodo 2014-2021. Se questo da un lato consegna al vincitore un’opposizione frammentata come mai prima, dall’altra il terreno su cui si muoverà il sindaco Bandecchi è instabile, perché appunto è un terreno in riassetto e in cambiamento, fatto di riposizionamenti e avvicendamenti, e ciò potrebbe portare difficoltà di governo. Come lo stesso sindaco ha poi dichiarato subito dopo la vittoria, considerando l’alta astensione, solo il 23% degli aventi diritto lo ha scelto al secondo turno, e ciò rende quindi il suo “consenso reale” distante dalla maggioranza. Una ulteriore sfida per i prossimi 5 anni.

Ricercatore

Università Bocconi

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Il Messaggero