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In occasione della “Giornata mondiale del donatore di sangue” anche Terni non è voluta mancare all’appuntamento annuale con un particolare in più: lo spegnimento da parte dell’ Avis di 71 candeline, tanti sono gli anni della costituzione della sede provinciale che risulta anche la prima costituita in Umbria poi seguita da tante altre su l’intero territorio regionale. In questa occasione palazzo Bazzani (sede della Prefettura e della Provincia) si è “colorato” di rosso per ricordare a tutti l’importanza del sangue e della donazione. Quella dell’Avis si Terni è una storia cominciata tantissimi anni fa «completata con l’istituzione -afferma il presidente Mauro De Angelis - di numerose altri sedi (Acquasparta, Allerona, Amelia, Arrone, Attigliano, Baschi, Calvi dell’Umbria, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Giove, Guardea, Montecastrilli, Narni, Orvieto e Otricoli). Un piccolo esercito di donatori in continua crescita che fa ben sperare per il futuro. Le 17 sedi comunali contano circa cinque mila donatori di sangue con Terni che fa la parte del leone con duemila volontari. «Ma c’è ancora molto da fare- continua Mauro De Angelis – più donatori ci sono più è meglio anche perché con la ripresa degli interventi chirurgici rimasti indietro a causa del covid si assiste ad una richiesta sempre più massiccia di sangue che non sempre siamo in grado di poter garantire agli ospedali». «Siamo stati autosufficienti- riprende Augusto Scaccetti direttore della struttura complessa di Immunoematologia e trasfusionale dell’ospedale di Terni- fino al mese di maggio, adesso le donazioni sono un poco calate, anche se la campagna di adesione alla donazione messa in campo dalla Regione, aziende ospedaliere e Avis stanno dando i frutti sperati con circa 70-80 donatori in più dall’inizio dell’ anno rispetto al 2022. Adesso- ripeto- siamo in una fase discendente di donatori che non è ancora emergenza ma potrebbe diventarlo con l’arrivo dell’estate dove, di solito, le donazioni di sangue scendono a picco per poi riprendere a settembre». Per tale motivo quando questa situazione si verifica si ricorre all’aiuto di altri ospedali regionali per la richiesta di sangue mentre per il plasma utilizzato anche per le infezioni virali molto gravi come successo per il covid, le sacche vengono acquistate anche ad un prezzo piuttosto alto.
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Il Messaggero