I sindacati nazionali: «Ast in vendita, troppi silenzi sulle procedure»

«L'assenza di informazioni sullo stato di avanzamento della procedura di cessione di Acciai Speciali  Terni non...

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«L'assenza di informazioni sullo stato di avanzamento della procedura di cessione di Acciai Speciali 


Terni non è comprensibile e crea un clima di incertezza inaccettabile, anche in ragione del fallimento della trattativa tra Thyssenkrupp e Liberty Steel che aveva presentato un'offerta aggiornata e non vincolante per l'acquisizione di Thyssenkrupp Steel Europe. Ciò è tanto più necessario alla vigilia della riunione che si terrà domani 12 marzo del Consiglio di sorveglianza e del Consiglio di amministrazione di Thyssenkrupp, che dovranno discutere della strategia futura del Gruppo». Lo affermano i responsabili di settore di Fim Fiom Uilm Nazionali, Valerio D'Alò, Gianni Venturi, Guglielmo Gambardella, a seguito di un incontro con le rispettive strutture metalmeccaniche territoriali di Terni tenutosi oggi 11 marzo 2021 in videoconferenza. 

I lavoratori e la città di Terni, rilevano, «hanno bisogno di avere certezze: la vendita sia finalizzata alla valorizzazione della più importante realtà industriale siderurgica del territorio, strategica per l'insieme del comparto manifatturiero italiano».  «Nell'ultimo incontro al ministero dello Sviluppo Economico del 22 dicembre scorso - sottolineano i sindacati-, avevamo avuto rassicurazioni, da parte dei rappresentanti del dicastero, che il governo avrebbe seguito con la massima attenzione la procedura di cessione del sito di produzione di acciaio inox ma, ad oggi, non abbiamo avuto più notizie. In occasione del suddetto incontro le organizzazioni sindacali avevano chiesto al Mise di intervenire su Thyssenkrupp per avere certezze sulla valutazione delle offerte che avrebbero assicurato, attraverso un credibile e solido piano industriale, la crescita dei volumi produttivi e dei livelli occupazionali. Ci attendiamo, nel più breve tempo possibile, un riscontro alla nostra richiesta di incontro inoltrata al ministro Giancarlo Giorgetti lo scorso 4 marzo»

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Il Messaggero