«Ho vissuto in viale Brin fino a poco tempo fa, ma non ho mai visto una cosa del genere». È scioccato Gino Barcaroli, 71 anni, operaio dell’acciaieria di...
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A sollevare il caso, il candidato sindaco del M5s, Thomas De Luca, sollecitato dai residenti di viale Brin ad intervenire. «Arpa faccia chiarezza quanto prima e si attivino subito impianti di videosorveglianza dei punti d’emissione Ast per reprimere i fenomeni di dispersione non captata delle polveri», dice De Luca al termine di un sopralluogo fatto ieri tra le case di viale Brin. «Si tratta - spiega De Luca a proposito degli impianti di videosorveglianza - di un sistema che prevede il controllo visivo delle polveri che escono dai camini dell’Ast per notare e segnalare anomalie in tempo reale».
Da dove arrivano le polveri blu? L’Ast si è attivata per capire le cause di questo insolito fenomeno. Gli occhi sono puntati sulla nuova linea di produzione “Laf 6”, quella che da Torino è stata trasferita a Terni dopo il tragico rogo del 2000 che costò la vita a sette operai. «Ast - spiegano dalla multinazionale - si è attivata chiedendo al fornitore della nuova linea Laf 6, attualmente in fase di avviamento, di verificare eventuali anomalie che possano aver determinato il fenomeno segnalato». In campo anche l’Arpa. «A prima vista - spiegano dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale - si tratta di scaglie ferrose. L’ipotesi è che si tratti di attività di deposito. La causa - ipotizzano dall’Arpa - potrebbe essere il cantiere per l’installazione delle linea Laf 6. Con l’assenza di piogge e il passaggio di mezzi pesanti le polveri si sono alzate fino a raggiungere le case. Le stesse scaglie le abbiamo trovate subito dopo il perimetro dell’Ast. Non abbiamo riscontrato un fenomeno particolare. Abbiamo comunque invitato i residenti a segnalarci ulteriori anomalie». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero