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La misura in questione ha sostituito, verso la stessa persona, quella interdittiva del divieto temporaneo (9 mesi) di esercitare l’attività professionale di odontoiatra, applicata il 30 novembre 2018 al termine di un’attività d’indagine, realizzata anche con l’ausilio dell’Unità operativa di igiene e sanità pubblica dell’Asl, che aveva consentito di accertare come l’indagata si era avvalsa, in modo continuativo, delle prestazioni di tipo odontoiatrico dell’ex coniuge, sprovvisto di qualsiasi titolo all’esercizio della professione.
In quell’occasione, gli agenti avevano anche provveduto al sequestro preventivo dello studio dentistico di Borgo Rivo di proprietà della stessa professionista.
Per altro verso, la professionista è risultata già condannata nel 2009 per il reato di abusivo esercizio di una professione e sottoposta a sospensioni disciplinari dall’Ordine professionale di appartenenza.
Le ulteriori indagini, coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica Alberto Liguori, hanno consentito di accertare come la donna, nonostante fosse sottoposta alla richiamata misura interdittiva, abbia comunque proseguito ad esercitare la propria attività di odontoiatra in altri due, nuovi studi dentistici, uno dei quali sito a Giano dell’Umbria (PG) in loc. Bastardo e l’altro, di recentissima apertura, sempre in zona Borgo Rivo.
In proposito, per l’apertura di quest’ultimo studio, la predetta ha presentato la documentazione necessaria, facendo falsamente figurare quale richiedente/sottoscrittore il rappresentante legale di una società.
Gli agenti, infine, hanno provveduto, come disposto con la medesima ordinanza, al sequestro preventivo anche di questi ultimi due studi dentistici.
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Il Messaggero