Piediluco, giovane rischia di annegare salvato in extremis da un trentaduenne

Piediluco, giovane rischia di annegare salvato in extremis da un trentaduenne
TERNI Il primo tuffo in acqua dell’estate poteva costare caro ad un giovane di 18 anni che nel primo pomeriggio di ieri si era recato con un amico presso il Centro nautico...

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TERNI Il primo tuffo in acqua dell’estate poteva costare caro ad un giovane di 18 anni che nel primo pomeriggio di ieri si era recato con un amico presso il Centro nautico di Piediluco per la prima tintarella. Faceva talmente caldo che il ragazzo non ci ha pensato due volte di fare un bel tuffo da sopra il pontile, quello che di solito viene utilizzato dai canottieri per scendere in acqua le imbarcazioni. 


Il giovane ha fatto diverse bracciate ma si è trovato subito in difficoltà, difficile poter capire se sia trattato di un malore per l’acqua ancora particolarmente fredda in questo periodo o è rimasto impigliato con un piede. Fatto sta che il suo amico, anch’egli più o meno delle stessa età, vedendo che il ragazzo cominciava ad annaspare apparendo e scomparendo dall’acqua ha gridato aiuto (come hanno testimoniato tre pescatori che si trovavano sul posto). 
Le grida hanno richiamato l’attenzione di un uomo di 32 anni di Terni che non ci ha pensato due volte nel gettarsi in acqua, fare alcune bracciate vigorose e portarsi a ridosso del 18 enne che era in procinto di lasciarsi andare. Il ragazzo si è aggrappato all’uomo è trascinato a riva e stato adagiato sul prato. Poi la disperata richiesta di un medico (che non è stato trovato) per un tempestivo massaggio cardiaco, sul posto un signore ha provato a fare al giovane il massaggio che, però, non è servito in quando il diciottenne ha cominciato a riprendersi e a respirare proprio nel momento che da lontano si sentivano le sirene della Croce Verde che stava arrivando. Prestategli le prime cure e verificate le condizioni di salute, il giovane è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Terni dove è stato visitato da uno specialista dell’apparato respiratorio per poter meglio capire le condizioni del ragazzo, poi la decisione di ricoverarlo per potrrlo monitorare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero