Terni, Alberto Liguori resta alla guida della procura: la sentenza del consiglio di Stato chiude un anno sull'altalena

Terni, Alberto Liguori resta alla guida della procura: la sentenza del consiglio di Stato chiude un anno sull'altalena
TERNI - Alberto Liguori resta alla guida della procura di Terni. E' di due ore fa la sentenza di merito del consiglio di...

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TERNI - Alberto Liguori resta alla guida della procura di Terni.

E' di due ore fa la sentenza di merito del consiglio di Stato che ha annullato la non conferma di Liguori e che mette la parola fine a una tormentata vicenda iniziata a gennaio 2023.

Il consiglio di Stato nella sentenza ha messo in luce come le chat con Luca Palamara, più volte ritenute irrilevanti dal Csm, abbiano poi prodotto una delibera difforme che portò alla non conferma del procuratore capo Liguori per incompatibilità.

L’incarico da procuratore capo a Liguori era stato confermato nei mesi scorsi dalla settima sezione del consiglio di Stato che, nel merito, si è espresso in queste ore.

Una vicenda intricata che, iniziata l’11 gennaio scorso con la decisione del plenum di non confermare Liguori alla guida della procura per via delle chat tra lui e Palamara, è andata avanti a suon di carte legali e colpi di scena.

Dal 12 gennaio del 2023 Liguori era tornato a fare il pm seguendo le udienze in tribunale e al timone di palazzo Gazzoli ci sono stati diversi cambi. Per qualche giorno la facente funzioni di procuratore fu Barbara Mazzullo, la pm con maggiore anzianità di servizio. Dal 20 gennaio il consiglio giudiziario dell’Umbria aveva nominato Claudio Cicchella.

A guidare gli uffici di palazzo Gazzoli Cicchella era rimasto per due mesi. Fino al giorno in cui il Csm non l’aveva rimosso dall’incarico ritenendo che il ruolo di facente funzioni spettasse a Barbara Mazzullo.

Il 18 aprile era arrivata la decisione del consiglio di Stato, che aveva dato ragione a Liguori accogliendo il suo ricorso e ordinando che fosse reimmesso nelle funzioni di procuratore capo. Lui, dopo il giuramento in tribunale, era tornato nel suo ufficio che, dopo la sentenza del Tar del 2 novembre,  ha dovuto di nuovo lasciare. Per la seconda volta in pochi mesi è tornato a fare il pubblico ministero ma solo per qualche giorno.

Immediato infatti il suo ricorso contro la sentenza e la richiesta al consiglio di Stato della sospensione cautelare del provvedimento del Tar del Lazio.

L’istanza è stata accolta e la sentenza sospesa, con Alberto Liguori che ora, su decisione del consiglio di Stato, resta al vertice della procura ternana. 

 

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Il Messaggero