Terni. Al "Santa Maria" Pediatria vola, «ma servono nuovi spazi per la neonatologia»

Terni. Al "Santa Maria" Pediatria vola, «ma servono nuovi spazi per la neonatologia»
L’ultimo “miracolo” avvenuto nella Pediatria dell’ospedale di Terni è stato quello di aver salvato un bambino ternano di otto anni colpito da...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L’ultimo “miracolo” avvenuto nella Pediatria dell’ospedale di Terni è stato quello di aver salvato un bambino ternano di otto anni colpito da encefalite virale, un'infiammazione del cervello che causa sintomi simili a quelli di un'influenza, ma che in alcuni casi può avere conseguenze molto più gravi. «Abbiamo subito capito che si trattava di una cosa seria – afferma la responsabile del reparto Federica Celi- dopo avergli prescritto le prime analisi e conseguentemente le cure con un trattamento tempestivo è stato poi indirizzato all’ospedale Mayer di Firenze dove, grazie alla nostra tempestività, è stato salvato». E non si tratta del primo caso ce ne sono stati altri che grazie alla giusta diagnosi di Terni l’hanno scampata. La struttura complessa del “Santa Maria” composta dalla pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale rappresenta un fiore all’occhiello per Terni e fa cassa con l’arrivo di pazienti da fuori regione.

«Da noi- spiega il primario Celi - arrivano bambini da tutte le parti dell’Italia centrale, in particolare il bacino d’utenza è rappresentato da Rieti e Viterbo. «Il virus covid, alla fine, non è stato poi così devastante per i bambini, lo è stata molto di più l’influenza stagionale che ha imperversato in modo piuttosto serio tra i piccoli anche se c’è un motivo: rimanendo stati chiusi in casa per il virus i bambini hanno diminuito parte delle difese immunitarie e quando si è ripresentato lo stato  influenzale sono stati tra quelli colpiti in maggior numero con danni anche psicologici dovuti all’essere stati costretti a rimanere in  casa, cosa che ha inciso sulla loro psiche». Infatti non sono stati pochi i bambini  sottoposti a sedute psicoterapiche per diverse settimane presso l’ospedale. L’influenza di stagione ha messo in ginocchio la pediatria più del covid, i 13 posti a disposizione sono risultati insufficienti e si è ricorso ai letti in corridoio, arrivando a contarne decine. Adesso, però tutto è tornato alla normalità. «Malgrado l’emergenza  -sostiene la Celi- non abbiamo mandato via nessuno. Ci siamo sacrificati tutti facendo al meglio il nostro lavoro».  Da troppi anni, però, la pediatria aspetta che si facciano i lavori di ampliamento della terapia neonatale. Lì, appunto, in terapia,  ci sono tutte le apparecchiature e le professionalità necessarie, ma  la struttura è piuttosto inadeguata per un ospedale di alta specialità. Da qui l’accorato appello al direttore generale del Santa Maria, Andrea Casciari, affinché possa mettere mano all’ampliamento delle terapia neonatale «abbiamo fiducia nell’operato del nuovo direttore e del suo modo tempestivo di intervenire» afferma Federica Celi. I numeri in Pediatria parlano di 13 posti letto e 9 a terapia intensiva, con un organico di dieci medici più il primario.     

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero