Al "Santa Maria" dà alla luce un maschietto dopo una peritonite acuta salvata da un "pool" di medici

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TERNI Un “pool” di medici si sono cimentati in un...

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TERNI Un “pool” di medici si sono cimentati in un intervento multidisciplinare difficile con molti imprevisti alla fine andato a buon fine. Dal chirurgo al ginecologo, dall’anestesista al rianimatore hanno permesso ad una donna di 35 anni di poter diventare mamma di un maschietto con un parto naturale alla 32 esima settimana di gestazione. In dieci anni questo è il secondo caso di un intervento del genere al Santa Maria. La storia. Nella mattinata del 13 novembre 2022 la signora si  recava  al pronto soccorso dell’ospedale di Terni  con dolori addominali  associati a nausea e vomito. Visitata dal medico e dal chirurgo di pronta disponibilità, gli era stata diagnosticata una  peritonite acuta da sospetta appendicite. Immediatamente veniva deciso l’intervento chirurgico in  urgenza, in relazione al quadro potenzialmente evolutivo e che poteva compromettere in maniera anche  grave le condizioni sia della gestante che del feto per una possibile infezione. La priorità dei medici era quella di evitare complicanze, appunto, infettive  ad entrambi, e allo stesso tempo la potenziale necessità, contemporanea, di un parto  cesareo eseguito su un feto ancora prematuro. La paziente era infatti fisiologicamente gravata da una immaturità polmonare del feto, condizione con elevata mortalità neonatale. La donna era stata valutata anche dal personale del dipartimento materno- infantile, e una volta  accertato che il battito fetale fosse presente e valido, veniva tempestivamente trasferita in sala  operatoria per essere sottoposta all'intervento. Il decorso post-operatorio della giovane mamma e stato regolare con rapido miglioramento delle condizioni cliniche generali  e ostetriche  e veniva dimessa in ottime condizioni. I medici dell’intervento multidisciplinare sono stati Alessandro Spizzirri, Francesca Pennetti Pennella, Marialida Graziano, Alessandra Cavalli, Andrea Colasanti, Giuseppe De Masi e Francesca De Santis. «Il caso in oggetto - spiega una nota dell’ospedale-  rappresenta ancora una volta un esempio di elevata professionalità e competenza,  fondamentali in ambito sanitario e che sono garantite anche in momenti come questo, critici per le note  difficoltà che i professionisti sanitari e amministrativi hanno dovuto e devono tuttora fronteggiare  salvaguardando la qualità e la sicurezza delle cure».

 

 

 

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Il Messaggero