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Medici dimissionari e infermieri che lasciano l’ospedale. Malgrado le assicurazione del direttore generale Pasquale Chiarelli «che il numero dei medici assunti rispetto al passato è più di 28 unità» la direzione sanitaria nel giro di meno di venti giorni ha lanciato il secondo sos. «C’è carenza di medici a chirurgia d’accettazione e urgenza», sostiene. Tanto per capirci si tratta del pronto soccorso. «Serve urgentemente un avviso pubblico per evitare che il servizio venga ridimensionato». Ed anche in fatto di infermieri e operatori socio sanitari la situazione non è delle più rosee, proprio per la carenza di queste figure di supporto al medico. Infatti è stato rinnovato il contratto a tempo determinato a tre infermieri e altrettanti oss. Ma andiamo con ordine. Alla svelta, secondo la direzione sanitaria del “Santa Maria” c’è bisogno di indire un avviso pubblico, senza dovere aspettare un concorso per la copertura dei posti vacanti. L’avviso urgente per il reperimento di medici servirà a riempire i “buchi”. «Presso la struttura complessa – si legge nel documento a firma Maria Rita Bruscolotti responsabile del personale - sono attualmente in servizio sette dirigenti medici con prescrizione di esonero dal turno notturno per motivi di salute, con conseguente aggravio a carico degli altri sanitari, anche in eccedenza del limite massimo consentito dalle vigenti disposizioni». Finora come si è mosso l’ospedale? Con dei palliativi. «Si è sopperito a detta difficoltà organizzativa - continua il documento- con la presenza di due unità a tempo determinato, assunti per emergenza Covid e attualmente non operativi». Di conseguenza servono medici per un periodo a tempo determinato. Con molta probabilità questi saranno scelti tra quelli che stanno esercitando la formazione specialistica che potranno essere assunti per un periodo massimo di dodici mesi. Questo mentre il Sitro (Servizio infermieristico, tecnico, riabilitativo e ostetrico) ha chiesto la proroga di sei contratti in scadenza riguardanti 3 infermieri e tre oss a tempo determinato « per assicurare la copertura dei turni di lavoro dei “reparti ad oggi attivi”, al fine di garantire la continuità assistenziale, nel rispetto della fruizione delle ferie estive e degli istituti contrattuali, avendo verificato l’impossibilità di recuperare personale presso altre Unità operative e considerando le intervenute cessazioni dal servizio da parte di personale appartenente ai suddetti profili professionali».
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Il Messaggero