TERNI - Un’altra giornata campale per la vertenza Aidas. Iniziata di buon ora con il question time in Comune, proseguita nel pomeriggio in consiglio comunale, dove si è...
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Tradotto, il segretario generale della Uil e le tre lavoratrici dell’Aidas sono pronti a sospendere lo sciopero della fame a patto che quanto detto dal commissario Silvia Volpini - «le socie dell’Actl non ci sono in Aidas e presto si potrebbe incassare una fattura per pagare gli stipendi » - si traduca in atti concreti. Da quello che trapela, infatti, le socie passate in Actl stanno lasciando a passo di lumaca l’Aidas: solo 24 lettere sulle 60 annunciate.
Ancora troppo poche per le digiunanti che ieri hanno ribadito il concetto «non posso stare in Actl e votare nell’assemblea di Aidas» al prefetto Gianfelice Bellesini. Le distanze comunque sembrano ridursi e già oggi le parti potrebbero trovare un accordo, fermo restando che il commissario Volpinimetta nero su bianco gli impegni per ora comunicati solo verbalmente.
Insomma, si spera nella parola fine. Anche perché la bagarre andata in scena ieri in consiglio comunale è da censurare. Ecco cosa è successo. Un gruppo di lavoratrici dell’Aidas ha chiesto e ottenuto un incontro con i consiglieri comunali, per portare all’attenzione dell’assemblea le ragioni dello sciopero della fame. E fin qui tutto nelle norma, se non fosse che in mezzo alla delegazione delle lavoratrici si è infilato Francesco Bartoli, della lista civica Democrazia Diretta. Non si sa a che titolo. Alcune lavoratrici hanno sostenuto che era il portavoce delle digiunanti, altre (la maggioranza) hanno fatto capire che la sua presenza non era gradita. Fatto sta che è scoppiato un putiferio quando Bartoli è stato fatto uscire dalla sala di maggioranza. Alla fine, ristabilita la calma, il consiglio ha approvato un atto con il quale ribadisce «l’assoluta necessità d’intervento da parte del Prefetto per sbloccare la drammatica vicenda». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero