Terni. Millecinquecento persone malate di Parkinson Al Santa Maria il primario Colosimo sperimenta i monoclonali

Terni. Millecinquecento persone malate di Parkinson Al Santa Maria il primario Colosimo sperimenta i monoclonali
Si è celebrata presso la biblioteca comunale la Giornata...

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Si è celebrata presso la biblioteca comunale la Giornata nazionale del Parkinson (organizzata dalla fondazione Limbe - Dismov). A Terni si è fatto il punto della situazione sull’andamento della malattia con i circa 100  soci dell’associazione e con uno dei massimi esperti del settore Carlo Colosimo anche primario della neurologia dell’ospedale di Terni oltre che con Elisabetta Manfroi, Assunta Massetti e Stefano Bartoli. Si è parlato della riabilitazione, del perché ci si ammala e della gestione della malattia, perché, ormai, il Parkinson non rappresenta più un  fenomeno circoscritto. «Rappresenta la seconda malattia neurodegenerativa nell’adulto dopo l’Alzheimer- spiega Colosimo- nel Paese sono circa 250mila i malati, in Umbria ben 5 mila e in provincia di Terni intorno ai 1.500. Al Santa Maria oltre vengono seguiti pazienti provenienti anche da fuori Regione».  «L’idea di costituire un’associazione anche a Terni- spiegano - è  nata da un gruppo di persone che hanno problemi con la malattia di Parkinson. Attualmente non esiste alcuna terapia risolutiva per la malattia ma solo dei farmaci che curano i sintomi». «E’ proprio così – spiega Carlo Colosimo responsabile del reparto neurologico dell’ospedale di Terni- nella Provincia seguiamo centinaia di pazienti. La malattia inizia intorno ai 60 anni, mentre oltre i 75 anni, un individuo su 50 (il 2%) sperimenta qualche disturbo. I fattori di rischio sono l’esposizione ad alcune sostanze: pesticidi, diserbanti, mentre fattori protettivi- conclude Carlo Colosimo - sono una buona alimentazione, l’attività fisica e quella intellettuale». Buone notizie, però,  arrivano dal reparto neurologico dell’ospedale di Terni, dove Carlo Colosimo, sta conducendo degli studi con anticorpi monoclonali per cercare di bloccare la proteina infettante che, probabilmente, causa la malattia. «Per la verità – spiega Colosimo - sono due i trial internazionali più importanti in corso presso il “ Santa Maria”:  uno con un anticorpo monoclonale somministrabile per via endovenosa, chiamato studio “Padova” in cui sono coinvolti 9 centri italiani tra i quali, appunto, anche Terni, il secondo, con un farmaco a basso peso molecolare somministrabile invece per via orale (studio Orchesta)  a cui partecipano  5 centri italiani compreso, anche in questo caso, il nostro. Entrambi gli studi vanno a bloccare la proteina quando si trasferisce da una cellula all'altra e sono diretti a pazienti in fase molto iniziale di malattia, cioè entro due anni dall’esordio dei sintomi». E si sta lavorando anche sull’altra invalidante malattia che è la Sla.

 

 

 

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Il Messaggero