Terni, a 12 anni sniffa la cocaina "offerta" dal papà. I legali chiedono l'incidente probatorio per ascoltare il minore

Terni, a 12 anni sniffa la cocaina "offerta" dal papà. I legali chiedono l'incidente probatorio per ascoltare il minore
TERNI - La richiesta di incidente probatorio arriverà sul tavolo del procuratore in queste ore. La vicenda vede al centro il bimbo ternano di 12 anni che, per...

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TERNI - La richiesta di incidente probatorio arriverà sul tavolo del procuratore in queste ore. La vicenda vede al centro il bimbo ternano di 12 anni che, per l’accusa, il 27 giugno scorso è stato “invitato” dal padre a provare la cocaina.

Il racconto del bambino, che a sua madre appariva frutto della fantasia, purtroppo trovò conferma dal referto che  porta la data del primo luglio. Le analisi del laboratorio privato hanno confermato che il 12enne era positivo alla cocaina.

“Appare indispensabile promuovere richiesta di un incidente probatorio per ascoltare il minore - si legge nella richiesta di incidente probatorio formata dai legali della mamma del 12enne, Giacomo Marini e Federico Favilla - che potrebbe essere suggestionato e rimuovere in parte o totalmente i ricordi relativi a quanto avvenuto il 27 giugno scorso.  Riteniamo quanto mai opportuno - scrivono i legali - che la presente richiesta venga trasmessa al giudice per le indagini preliminari, per le opportune valutazioni del caso”.

Per Marini e Favilla “in questa fase è importante approfondire indagini al fine dell’accertamento della verità  a tutela degli interessi del minore e della madre. Confidiamo nel buon funzionamento degli uffici della procura e del tribunale - dicono - e ci auguriamo che gli esiti siano favorevoli.”

Al centro della cronaca c’è il papà, un quarantenne ternano con un passato nel tunnel della droga, che da un mese e mezzo è in carcere a Sabbione. E che, stando alla denuncia presentata dalla ex moglie, il 27 giugno ha fatto sniffare la cocaina al figlio di 12 anni.

Nel dossier consegnato il 2 agosto ai carabinieri del comando provinciale anche il referto delle analisi di un laboratorio privato che, il primo luglio, ha confermato che il ragazzino era positivo alla cocaina.

La droga l’uomo l’avrebbe fatta consumare al figlio dodicenne nel suo appartamento del centro, dove è andato ad abitare dopo la burrascosa separazione esito di una serie di episodi violenti nei confronti della ex moglie, consumati di fronte ai figli minori.

Per lui, colpito da divieto di avvicinamento alla ex moglie, le manette erano scattate la sera del 27 giugno, quando tentò di raggiungere l’abitazione della donna e fu arrestato dai carabinieri. Il processo penale di fronte al giudice, Barbara Di Giovannantonio, si è chiuso il 7 luglio, con la condanna dell’uomo a 3 anni e 4 mesi di reclusione. In quei giorni è andato avanti anche il processo per la separazione. In aula, il 30 giugno, i legali avevano ha chiesto per l’uomo la sospensione della potestà genitoriale. Più dura fu la posizione del procuratore, Alberto Liguori, che era intervenuto nel procedimento chiedendo la revoca della potestà genitoriale. Dopo l’ultima denuncia per la cessione della cocaina al figlio di 12 anni i due legali aderiranno al più duro provvedimento invocato da Alberto Liguori.

 

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Il Messaggero