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Palumbo dentro, no Palumbo fuori. È in questo braccio di ferro che si consuma la rottura definitiva tra il tecnico Lucarelli e l’allenatore ombra, ovvero patron Bandecchi. La classica goccia che fa traboccare il vaso, la scintilla che accende lamiccia. Il casus belli tra Lucarelli e Bandecchi si consuma a bordo campo sulla scelta di far giocare o meno Palumbo contro il Pisa. Il leader del gruppo, un condottiero, il capitano che da inizio stagione sta dimostrando tutta la sua forza e il suo carattere, ma Palumbo a Pisa non ha giocato dal primominuto. Anche davanti a tante qualità, Lucarelli ha vestito i panni del mister di ferro quando ha deciso che Palumbo a Pisa non doveva giocare titolare. Restare in panchina per un motivo non legato solo a una scelta tattica. Scelta che ha spiazzato i tifosi, che vedono nel capitano un vero trascinatore, ma che ha fatto infuriare Bandecchi che al contrario voleva vedere il centrocampista in campo dal primominuto. Il conciliabolo tra il patron e il capitano ripreso dalle telecamere lascia pensare che i due devono aver parlato dell’argomento. Cosa poi sia successo realmente è difficile da ricostruire: Lucarelli si è fatto convincere dal patron, o i primi 45 minuti in panchina dovevano servire a ristabilire le distanze? Fatto sta che Palumbo entra nel secondo tempo, quando le Fere sono sotto di due gol. Un ingresso che dà la scossa sperata perché i rossoverdi iniziano a girare e a reagire, anche se il passivo resterà quel 3 a 1 contro il Pisa che i tifosi della Fere hanno già inserito nella bacheca dei brutti ricordi. Perché la Ternana ora ha bisogno di voltare subito pagina e riprende
Il Messaggero