Teo Mammucari a Perugia: «Vi dico perché ho scelto di tornare a teatro e cosa mi sta regalando il pubblico»

Teo Mammucari a Perugia: «Vi dico perché ho scelto di tornare a teatro e cosa mi sta regalando il pubblico»
PERUGIA - Sarà protagonista domani sera alla Sala dei Notari lo showman romano Teo Mammucari con lo spettacolo “Più bella cosa non c’è”...

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PERUGIA - Sarà protagonista domani sera alla Sala dei Notari lo showman romano Teo Mammucari con lo spettacolo “Più bella cosa non c’è” (inizio alle 21). Un monologo tra il comico e l’irriverente scritto e diretto dal noto attore, che torna a calcare le scene teatrali dopo quasi quindici anni di assenza durante i quali è stato impegnato nella conduzione di oltre 20 programmi tv. Sul palco perugino sarà protagonista il suo cinismo, per descrivere in totale libertà ciò sta accadendo al suo mondo e raccontarsi con l'obiettivo di far ridere il pubblico. L’evento fa parte della stagione Tourné, promossa da Aucma e Mea Concerti, ed è realizzato in collaborazione con il Comune di Perugia e con Comìc Umbria.

Teo Mammucari, è contento di tornare in Umbria?
Sì, anche se oltre a Perugia e Terni non conosco molto. Di queste due città però ho visitato molti monumenti e luoghi davvero belli.

E la Sala dei Notari la conosceva?
In realtà no e ammetto che quando mi hanno proposto di portarci questo spettacolo mi sono chiesto quanto fosse adatto per quella location. È una sala che sembra un Tempio e nel monologo racconto anche cose che magari lì potevano apparire fuori luogo, però poi mi hanno spiegato bene come viene utilizzata dalla città e quindi salirò sereno sul palco.

Del resto a teatro si dovrebbe poter parlare di tutto…
Eh sì, ho scelto di tornare a teatro smettendola con la tv proprio per quello! Perché il teatro è onesto. Non faccio mai lo stesso spettacolo, dato che ogni volta che mi esibisco uso le vibrazioni che mi rimanda chi ho di fronte. È come salire sul ring, ma l’avversario non va sconfitto bensì va alzato e possibilmente gli va fatto dimenticare per un po’ il presente.

Quindi il suo è uno scambio con il pubblico?
Decisamente, lo definirei un dialogo collettivo. Lo scopo di Più bella cosa non c’è è far uscire persone che pensino “mi sono divertito tanto”! Poi arrivano anche molte altre emozioni. Una signora al termine dello spettacolo per esempio mi ha detto che il monologo finale l’ha fatta piangere. Ecco, io penso che il bello sia far ridere le persone ma anche lasciargli qualcosa dentro.

Dopo tanta televisione aveva timore a ritrovare il pubblico teatrale?


Ammetto che prima di partire con questo progetto ho chiesto al mio manager di fare una prova, per la serie “faccio qualche data e torno in tv”. Ma dopo le prime volte ho capito che volevo lasciare la televisione! Del resto 20 anni fa riempivo i teatri e ora mi sto riprendendo il mio pubblico. La tv non mi dà più spazi per esprimermi, ora ti propongono solo format, vogliono la sicurezza e sono tutti spaventati se presenti una cosa tua. Per questo ho deciso di fare altro e stanno arrivando grandi soddisfazioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero