Terni. Tct, tensione in fabbrica. Gli operai: «I macchinari restano» Timpani: «Giovedì ultimo round, poi si chiude»

Terni. Tct, tensione in fabbrica. Gli operai: «I macchinari restano» Timpani: «Giovedì ultimo round, poi si chiude»
«Se giovedì non si trova l'accordo la Tct chiude». Le parole di Gino Timpani, dette ai sindacati e agli operai davanti all'azienda sono state una...

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«Se giovedì non si trova l'accordo la Tct chiude». Le parole di Gino Timpani, dette ai sindacati e agli operai davanti all'azienda sono state una doccia gelata. Perchè dall'incontro che c'era stato in Prefettura, al mattino, tra Tct, Arvedi, Prefetto e Sindaco, sembrava che uno spiraglio fosse rimasto aperto. Invece, ieri sera, si è aperto uno scenario difficile che non solo coinvolge le 52 famiglie dei dipendenti Tct ma anche il Tubificio, che da trent'anni manda i tubi a tagliare in Tct. Se dunque Arvedi non è vicino alla chiusura della trattativa che intenzioni ha? Che fine faranno i 52 dipendenti? E come lavorerà la Società delle Fucine?


Domande che hanno lasciato di sasso i dipendenti e i sindacati che ieri sera sono andati in fabbrica sostanzialmente per impedire che un macchinario fosse portato fuori. Ci sono stati momenti difficili ed è intervenuta anche la Digos. Si tratta - spiegano i dipendenti - di un macchinartio che non fa parte della lavorazione di tubi per la Società delle Fucine e che è di proprietà di Timpani «ma certo non è stato un segnale distensivo cercare di portarlo fuori dall'azienda». Inoltre c'è il totale silenzio di Ast che non dice una parola sulle sue intenzioni. Ieri in Prefettura si sono presentati per Ast Dimitri Menecali, direttore di Stabilimento. Ma non sono loro che prenderanno le decisioni sul futuro di Tct. Sempre ieri mattina, ad attendere l'esito dell'incontro, in presidio davanti palazzo Bazzani, lavoratori e sindacati - Fim Cisl, Fiom Cgil e Fismic - estremamente preoccupati per il futuro di Tct. La Tct, infatti, ha cessato l'attività il 31 dicembre scorso ed i dipendenti sono in cassa integrazione a zero ore fino al 29 gennaio. «Ci aspettiamo dei chiarimenti sul futuro, aveva detto Valerio Clementi operaio della Tct da circa 18 anni - ci rendiamo conto di essere un po' vittime di questo meccanismo, di rischiare di essere stritolati in questa trattativa tra due grandi imprese, ma la nostra speranza è di avere un futuro, dato che il mercato ancora ci consentiva di lavorare». Parole che, alla luce di quanto successo ieri sera lasciano ancora di più sconcertati.osti di lavoro. Giovedì 12 gennaio, comunque nuovo appuntamento in prefettura e anche quel giorno lavoratori e sindacati si ritroveranno davanti palazzo Bazzani per continuare a tenere alta l'attenzione della città su questa vertenza. Anche perchè potrebbe essere l'ultimo incontro in cui trovare un accordo.

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Il Messaggero