Dal Sudafrica a Stoccolma, l'ingegnere folignate fugge da Omicron ma l'odissea non è finita

Il palazzo reale a Stoccolma
FOLIGNO Dieci giorni di batticuore, ma alla fine Fabio De Gaetano, ce l’ha fatta. L’ingegnere folignate si è lasciato alle spalle il Sudafrica e soprattutto la...

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FOLIGNO Dieci giorni di batticuore, ma alla fine Fabio De Gaetano, ce l’ha fatta. L’ingegnere folignate si è lasciato alle spalle il Sudafrica e soprattutto la variante Omicron, ma la sua sfida per tornare in Italia non è affatto finita.


Abortita l’ipotesi di un rientro in Europa volando su Barcellona, la via di fuga l’ha concessa la Svezia. Volo da Johannesburg, scalo ad Amsterdam( aeroporto di Schiphol, il principale dei Paesi Bassi) e poi decollo verso Stoccolma dove De Gaetano è arrivato lunedì, con un volo della Klm.
«Ho fatto scalo ad Amsterdam-racconta l’ingegnere al Messaggero-, sono andato all’aeroporto alle 17,30, lunghe procedure di imbarco test molecolare Pcr, poi partenza alle 23.55. L’arrivo a Stoccolma alle 16.25. La Svezia-commenta De Gaetano con una punta di amarezza- si è rivelato l’unico paese che mi accettava in quanto cittadino europeo, tra l’altro senza nessuna quarantena. La sola che mi obbliga alla quarantena è l’Italia, che non mi vuole vedere entro i suoi confini per altri 14 giorni. Di dove e come sto, immagino le importi poco. Da notare: l’Italia non mi accetta nonostante sia un cittadino italiano, la Svezia mi accetta in quanto cittadino europeo. L’unica cosa che mi è stata richiesta per accedere al volo è un test PC nelle 24 ore precedenti il primo volo».
Un tampone, nessuna quarantena, ma dovrà stare 14 giorni in Svezia, lavorando da remoto come ha fatto a Johannesburg prima di prendere un altro volo per l’Italia. Il perché lo spiega lo stesso De Gaetano: «Con l’Ordinanza del 26 novembre scorso, il ministro della Salute ha disposto il divieto di ingresso/transito per chi abbia soggiornato/transitato nei quattordici (14) giorni precedenti l’Ingresso in Italia da Sudafrica, Lesotho, Botswana, eSwatini, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia. Semplicemente, quindi, l’Italia non mi vuole per altri 14 giorni».
De Gaetano è passato dalla quasi estate Sudafricana a venti, venticinque gradi all’inverno svedese con un passaggio anche a meno diciassette gradi. La valigia era, per forza di cose sfornita di vestiti invernali perché quando è partito da Dubai verso Johannesburg per una conferenza internazionale del 21 novembre, la variante Omicron era ancora nascosta. E invece l’ingegnere folignate si è trovato nel bel mezzo della bufera. Impossibilitato a tornare negli Emirati Arabi Uniti perché i voli erano aperti soltanto a chi era nato in quel paese. E l’Italia allungava la lista dei rifiuti pur essendo iscritto all’Anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero. Niente da fare, blocco totale dal 26 novembre fino al 15 di dicembre per colpa della variante Omicron. Ma De Gaetano ne ha fatto una questione di principio. Lui italiano, dimenticato in Sudafrica con l’impossibilità di avere a un volo di rientro che la Farnesina stava organizzando per i nostri connazionali che si trovava in Sudafrica al momento in cui è scoppiata l’emergenza legata alla nuova variante.

LO scambio di mail con il Consolato generale d’Italia a Johannesburg o ha lasciato di stucco più di una volta. Fino a che ha studiato rotte e piani di fuga. È passato il piano B, con il Natele sull’uscio che Fabio De Gaetano, italiano che lavora da tre anni a Dubai, potrà trascorre e nella sua Foligno arrivando sul filo della vigilia. Sempre che la burocrazia non ci metta ancora lo zampino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero