Stupro in discoteca, sconto di pena per il titolare che fece ubriacare la vittima

La Corte d'appello di Perugia
PERUGIA - Sconto di pena. La Corte d’appello ha accordato una riduzione di circa dieci mesi della condanna nei confronti di Simone Peppicelli, il cinquantenne accusato di...

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PERUGIA - Sconto di pena. La Corte d’appello ha accordato una riduzione di circa dieci mesi della condanna nei confronti di Simone Peppicelli, il cinquantenne accusato di aver violentato una ventenne a ottobre 2022 all’interno della discoteca The Box di Po’ Bandino e di aver molestato altre due ragazze sempre nella stessa notte.


Lo sconto è relativo proprio alle molestie delle due ragazze, mentre è stata confermata in toto la condanna per lo stupro: così i giudici di secondo grado hanno ridotto la prima condanna comminata lo scorso maggio: da cinque anni e quattro mesi a quattro anni e mezzo di reclusione.

L’uomo, volto noto della night life tra l’Umbria e la Toscana, venne arrestato dopo quattro giorni e - assistito dall’avvocato Roberto Romagnoli - ha sempre parlato di rapporto consensuale. Ma i risultati delle indagini dei carabinieri della stazione di Città della Pieve e dei militari del Norm, coordinati dal sostituto procuratore Mario Formisano, hanno evidentemente convinto i giudici e considerato più attendibile la denuncia della giovane vittima dello stupro. La 22enne, dopo essere stata soccorsa dal 118 e trasportata all’ospedale di Perugia per accertamenti, era stata infatti sentita dagli investigatori a cui aveva spiegato come mentre era sotto l’effetto dell’alcol era stata avvicinata da un uomo e portata in una stanza. Lì, dopo che le era stato ripetutamente offerto da bere, era stata costretta a subire un rapporto sessuale. La ragazza (toscana come le altre tre) non solo quindi avrebbe bevuto in compagnia dell’uomo – sconosciuto prima di quella notte – durante la serata, ma lui le ha offerto da bere anche dopo, nel suo ufficio dietro il bancone, nonostante la ragazza avesse a più riprese manifestato un malore. E nonostante avesse opposto «resistenza – secondo le accuse del pm Formisano che aveva chiesto inizialmente sei anni – divincolandosi e cercando di respingerlo con le mani e i piedi». Una ricostruzione che ha tenuto anche in appello.

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Il Messaggero