Stupro di gruppo in piscina: fuori dal carcere col braccialetto elettronico

Arresti domiciliari per il venicinquenne arrestato per la vicenda di Ponte San Giovanni

La piscina di Ponte San Giovanni
Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il 25enne accusato di aver stuprato quest’estate una giovane di 21 anni, vittima di una violenza sessuale di gruppo...

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Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il 25enne accusato di aver stuprato quest’estate una giovane di 21 anni, vittima di una violenza sessuale di gruppo subìta nella piscina chiusa di Ponte San Giovanni. L'indagato esce dunque dal carcere. «Avendo trascorso del tempo in carcere e certamente acquisito una maggiore consapevolezza in ordine alle conseguenze cui si incorre quando si viola la legge, ben sapendo che eventuali violazioni delle prescrizioni imposte determinerebbe l’immediato ripristino della misura più grave - scrive il gip - l’applicazione degli arresti domiciliari può soddisfare le esigenze cautelari per le quali è stata applicata la misura».

Nel provvedimento del giudice Elisabetta Massini ci sono riferimenti alla «giovanissima età» dell'indagato e alla sua «incensuratezza». «Peraltro la circostanza che a brevissimo sarà celebrato l’incidente probatorio appare indurre proprio a cautela nella condotta verso la persona offesa che potrà ben dichiarare direttamente qventuali ulteriori tentativi di avvicinamento eventualmente operati nei suoi confronti - si legge nel provvedimento del giudice -. Tale incombente appare un’ulteriore garanzia nei confronti della vittima» che ha raccontato di aver subìto «pressioni (minacce e blandizie) poste in essere nei suoi confronti da soggetti oggetto di autonoma denuncia».

Durante l’interrogatorio di garanzia l’indagato (difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio) ha spiegato al giudice di aver avuto un rapporto consensuale con la persona offesa alla sagra di Ponte Pattoli e di non essersi recato alla piscina di Ponte San Giovanni – luogo dello stupro – bensì di aver raggiunto quella notte la sua fidanzata a casa. Il difensore del giovane - è scritto nell’atto del giudice perugino - «ha motivato la richiesta» di scarcerazione «con la intollerabilità per l’indagato della permanenza nell’ambiente carcerario ove lo stesso è ristretto (sezione relativa agli autori dei reati sessuali».

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Il Messaggero