Stalking o violenze di genere, a Perugia la procura generale stringe: tre giorni per stoppare gli orchi

Stalking o violenze di genere, a Perugia la procura generale stringe: tre giorni per stoppare gli orchi
PERUGIA - Serve una tutela delle vittime di violenza che sia «effettiva». E per questo è necessaria una «pronta e immediata» presenza fisica...

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PERUGIA - Serve una tutela delle vittime di violenza che sia «effettiva». E per questo è necessaria una «pronta e immediata» presenza fisica dell'autorità giudiziaria in favore della persona denunciante sia mediante la «concreta valutazione» del rischio segnalato. Ma soprattutto che entro 72 ore dalla denuncia di stalking o violenze di genere, sia in famiglia che in altri contesti, l'autorità giudiziaria emetta una richiesta di misura cautelare.

Questo il cuore della comunicazione che il procuratore generale dell'Umbria, Sergio Sottani, ha inviato ai procuratori capo di Perugia, Spoleto e Terni. Una comunicazione precisa e anche molto decisa nell'indirizzare in maniera più rapida ed efficace possibile le attività delle procure, e della polizia giudiziaria, in tema di reati da codice rosso.
CENTINAIA DI VIOLENTI
Del resto, la situazione fotografata di recente dalla stessa procura generale sembra autorizzare proprio a un intervento più deciso possibile. Da giugno 2022 a luglio 2023 per i reati previsti dal cosiddetto Codice rosso (stalking, atti persecutori e maltrattamenti in famiglia) sono state chieste e ottenute 487 misure cautelari. In particolare, la procura di Perugia ne ha ottenute 297, sia custodiali che non custodiali, che comprendono custodia in carcere, arresti domiciliari con obbligo di braccialetti elettronico, obbligo di dimora e divieto di avvicinamento. In particolare, sono state emesse 31 custodie cautelari in carcere, 2 custodie in luogo di cura, 52 arresti domiciliari e 10 domiciliari con obbligo di braccialetto. La procura di Terni, invece, ha chiesto e ottenuto 126 misure cautelari personali, di cui 44 custodiali, oltre a 4 misure di sicurezza. Sessantaquattro, infine, le misure ottenute dalla procura di Spoleto, di cui 11 in carcere e 41 non custodiali.
IL MESSAGGIO
«A prescindere dalla forma orale o scritta della denuncia - scrive Sottani -, sia che la stessa pervenga direttamente dalla denunciante o dalla persona offesa o da altri soggetti legittimati, ivi compresi i difensori di fiducia, nei reati di codice rosso, quali ad esempio lo stalking, maltrattamenti in famiglia o la violenza sessuale appare necessario che il magistrato della Procura della Repubblica, assegnatario del fascicolo processuale, qualora ritenga che gli elementi addotti a sostegno della denuncia siano sufficienti ad integrare il contenuto di una richiesta di misura cautelare, manifesti espressamente al procuratore della Repubblica, nel termine di tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, la decisione di chiedere una misura cautelare. In questa ipotesi, la medesima richiesta di misura cautelare deve essere formulata nello stesso termine di tre giorni o, comunque, immediatamente dopo tale scadenza, senza alcun ritardo».


Qualora invece il magistrato ritenga, nel termine di tre giorni, di dovere assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia, querela o istanza, «il contenuto delle informazioni da acquisire non deve essere la mera ripetizione di quanto già segnalato nell’atto introduttivo del procedimento, ma costituire un solido ventaglio narrativo, idoneo ad integrare eventuali lacune istruttorie ed in ogni caso idoneo a fornire elementi concreti su cui effettuare la valutazione del rischio nello specifico caso. Per tale motivo, qualora si intenda delegare tale attività alla polizia giudiziaria, vanno evitate deleghe stereotipe, prive di aderenza alla fattispecie in esame. Inoltre, sarà compito dei procuratori comunicare ogni tre mesi al procuratore generale i criteri ispiratori e le linee guida adottate». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero