Sotto Covid, fa la spesa senza mascherina: a processo, con soli 100 euro salva la fedina penale

Sotto Covid, fa la spesa senza mascherina: a processo, con soli 100 euro salva la fedina penale
PERUGIA - È entrata in un supermercato con un foulard intorno al viso per protesta: le norme anti Covid e l'obbligo di mascherina proprio non li manda giù....

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PERUGIA - È entrata in un supermercato con un foulard intorno al viso per protesta: le norme anti Covid e l'obbligo di mascherina proprio non li manda giù. Sbraita contro chi glielo fa notare e finisce sotto processo. Chiuso ieri, dopo tre anni, con un'oblazione: con poco più di 100 euro procedimento penale concluso e fedina pulita.


Questa una delle storie finite in tribunale, che raccontano uno spaccato che dopo anni non si è ancora chiuso.
È il 2021, l'Umbria come tutta Italia ha vissuto il lockdown del 2020 e le varie fasi dell'emergenza Covid. Si va avanti a Dpcm e le comunicazioni della presidenza del Consiglio dei ministri sono un appuntamento quasi serale. In attesa delle determinazioni sulle norme per mascherine, feste in casa e spostamenti, la televisione è sempre accesa per capire cosa succede lì fuori. Sono iniziate le prime vaccinazioni, partite con il Vaccine day del dicembre 2020, e le polemiche non si sono fatte attendere. Le immagini dei camion militari con le bare dei primi deceduti sono ancora fresche nella memoria, ma non bastano a chi non ha fiducia in quella iniezione. Tra loro, la protagonista della vicenda arrivata ieri sul tavolo del giudice Marco Verola. No vax convinta, ma anche evidentemente No mask. Anche decisamente battagliera.

La donna, oggi di 59 anni, residente ad Assisi, in quella giornata del 2021 è andata a fare la spesa in un supermercato dell'hinterland di Perugia. In quel periodo si parlava ancora di regioni gialle o rosse, gli spostamenti erano limitati e tra tutte le imposizioni previste per evitare in ogni modo l'aumento dei contagi e dei decessi, soprattutto dei più fragili, c'era ancora l'obbligo di mascherina al chiuso. Soprattutto in un supermercato che era il servizio certamente con più fruitori, di quelli che non hanno mai chiuso. Ma la donna ha superato l'ingresso senza mascherina: solo con un foulard a coprirle naso e bocca. Impossibile non notarla in mezzo a tutti i clienti opportunamente protetti. Tanto che un addetto del supermercato l'ha subito raggiunta per chiederle di indossare correttamente il dispositivo di protezione. Ma la donna, secondo le accuse, ha dato in escandescenze, convinta che la mascherina sulla bocca «non serve ma fa male». In base alla ricostruzione arrivata in tribunale, avrebbe iniziato a urlare, a dare rispostacce all'addetto che faceva solo il suo lavoro. Con le sue intemperanze arrivate anche a strattonamenti e mani addosso all'innocente interlocutore: colpi che hanno provocato addirittura delle ferite al dipendente del supermercato. Impossibile a quel punto non chiamare la polizia, intervenuta per riportare la situazione alla calma. Ma all'arrivo degli agenti, allertati appunto dai presenti, la 59enne si è rifiutata di fornire le sue generalità, incorrendo in un'altra violazione. Da qui la denuncia per lesioni personali e per resistenza a pubblico ufficiale: denuncia finita appunto ieri davanti al giudice Verola.


Ma siccome nessuno tra l'addetto del negozio e il ministero dell'Interno alla fine ha querelato la donna (i cinque giorni di prognosi per le ferite al dipendente non bastavano per procedere d'ufficio), la 59enne – assistita dall'avvocato Michele Gamboni – ha potuto beneficiare dell'istituto dell'oblazione: pagando 100 euro ha visto estinguere i reati contestati a suo carico dopo quella particolare giornata al supermercato. Un esborso totale di circa centottanta euro, considerate le spese, ma nonostante la gravità sulla carta delle due contestazioni, se l'è cavata così. No vax, no mask e no crime. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero