I soldi da Perugia per alimentare il terrorismo: preso spacciatore

I soldi da Perugia per alimentare il terrorismo: preso spacciatore
PERUGIA - Lo scorso 15 febbraio le autorità francesi hanno consegnato alla polizia di Stato, al posto di Frontiera di Ventimiglia, di un tunisino 33enne arrestato a...

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PERUGIA - Lo scorso 15 febbraio le autorità francesi hanno consegnato alla polizia di Stato, al posto di Frontiera di Ventimiglia, di un tunisino 33enne arrestato a dicembre in territorio francese. Lo straniero, colpito da mandato di arresto europeo per traffico di stupefacenti e ricettazione, era detenuto in regime di semi-libertà nel carcere di Perugia, da cui è evaso la scorsa estate. Era inoltre da tempo oggetto di attività info-investigativa della Digos di Perugia, in quanto ritenuto legato ad ambienti contigui all’estremismo islamico a rischio radicalizzazione e segnalato da altre autorità europee per attività correlate al terrorismo.


Dopo l’evasione, pertanto, la procura ha attivato la procedura per la cattura anche in ambito internazionale del tunisino, delegando la Digos di Perugia alle necessarie attività investigative finalizzate al rintraccio del latitante. «Determinante, per la cattura dello straniero, è risultata l’attività investigativa della DIGOS di Perugia, coordinata dal Servizio Antiterrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che localizzava il soggetto in Francia, nella città di Tolone, attraverso l’analisi dei numerosi profili social allo stesso riconducibili, delle diverse schede telefoniche utilizzate, nonché del flusso di denaro che da Perugia attraversava l’Italia per raggiungere il Paese transalpino» fa sapere la questura.

Le informazioni sono state veicolate al Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – Divisione SIRENE – che, tramite le collaterali unità antiterrorismo francesi, procedeva all’individuazione ed alla successiva cattura del soggetto, avvenuta nella città di Tolone, grazie ad una serrata attività di osservazione e pedinamento dei personaggi, che in quella città avevano dato ospitalità al latitante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero