PERUGIA «Un nuovo modello di sviluppo», i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil la mettono giù così, senza giri di parole e guardano dritto verso...
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Sgalla (Cgil) - e certo non si possono impiegare sei mesi per fare i titoli». Affonda il colpo Ulderico Sbarra (Cisl): «L’Umbria ha sofferto più di altri negli ultimi dieci anni - attacca - c’è un modello da correggere al più presto, la gestione dei fondi europei va verificata, non si può spendere per consenso o quieto vivere... è fondamentale riformare l’assessorato allo sviluppo economico». «In Umbria cala la qualità dell’occupazione», aggiunge Claudio Bendini (Uil). Il tono è quello di chi non ha più intenzione di aspettare. Le prossime settimane saranno decisive per capire quale sarà la risposta. La scorsa settimana è andato in scena il primo confronto nel merito con l’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini per discutere del Psr. I sindacati piazzano al centro del tavolo il tema della produttività, reclamano un impegno sul marketing territoriale e si rivolgono anche alle fondazioni bancarie «che potrebbero meglio concorrere allo sviluppo del territorio». Nel documento messo nero su bianco da Cgil Cisl e Uil c’è anche la riforma di Sviluppumbria e Gepafin: «Perché nonostante il lavoro e l’impegno prodotto non sono riuscite ad arginare le performance negative della regione». Nell’elenco delle proposte - che assomigliano tanto a delle richieste pronte e precise - c’è un nuovo assessorato allo sviluppo economico diviso in tre pezzi: innovazione e ricerca, crisi aziendali, mercato del lavoro. La buona notizia, riconosciuta da Cgil, Cisl e Uil sta «nella disponibilità già espressa dalla giunta regionale e l’avvio di alcuni tavoli di confronto che però dovranno essere meglio definiti e partecipati per poterne garantire la migliore funzionalità, ed il perseguimento degli obiettivi attesi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero