Tardani, buona la prima: bacchettate e sorrisi per battere il Covid

ORVIETO Non ha fatto in tempo a mettere la fascia tricolore, un anno fa e per Roberta Tardani, sindaca di Orvieto, si è profilata una serie dopo l'altra di problemi da...

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ORVIETO Non ha fatto in tempo a mettere la fascia tricolore, un anno fa e per Roberta Tardani, sindaca di Orvieto, si è profilata una serie dopo l'altra di problemi da risolvere. Prima la TeMa, la società che gestiva il teatro Mancinelli. Gravata da debiti importanti e da decisioni non prese che si trascinavano da anni, la giunta Tardani l'ha messa in liquidazione, passando alla gestione diretta del teatro, segnando, di fatto, una rottura col passato. «Questo sarebbe dovuto essere l'anno di un nuovo inizio anche per il Mancinelli, ma poi abbiamo dovuto fermare tutto», dice senza perdere il sorriso. A poco più di sei mesi dall'elezione si è scatenata la pandemia di Covid che ha visto Orvieto e l'Orvietano essere una delle zone più colpite. Qui c'è stato il primo morto dell'Umbria del sud, giorni e giorni in cui si positivi crescevano senza interruzioni, la necessità di tenere sotto controllo il percorso dei contagi, di rispondere alle richieste dei cittadini che volevano sapere come tutelarsi e, magari, conoscere chi fossero i positivi, e anche alle segnalazioni di chi denunciava la mancanza di rispetto delle regole. «Ci sono stati momenti in cui avevamo centinaia di persone in quarantena fiduciaria - spiega la sindaca - e giorni tristi, in cui abbiamo dovuto seppellire i nostri morti». E anche i giorni della presa di posizione forte, impopolare, ma che poi si è rivelata efficace. «A fine marzo, nel pieno della pandemia, il primo fine settimana di sole ho controllato il centro con la Protezione civile e mi sono resa conto che era pieno di gente che passeggiava come se non fosse successo nulla. Il mio cellulare squillava di continuo: erano cittadini che segnalavano comportamenti irregolari di persone che passavano sotto le loro finestre correndo o camminando senza protezioni», mentre a Perugia la Regione stava facendo i conti della situazione per capire se emettere provvedimenti restrittivi sulla città. Da qui la decisione del primo video appello - Stiamo seppellendo i nostri morti ma c'è troppa gente che se ne dimentica e sta in giro - che ha centrato l'obiettivo. «Ho ripreso in mano la situazione - spiega la sindaca - e da allora la curva dei contagi è andata sempre meglio, siamo riusciti a superare dei momenti molto difficili». Un bel banco di prova, a maggior ragione per una politica che aveva indosso la fasci tricolore per la prima volta.

Il pensiero del futuro prossimo, adesso, è tutto rivolto al turismo, a far ripartire l'industria del bello, dell'arte e della cultura che è la forza della città. Poi in agenda c'è il rilancio dell'ospedale e la ripartenza delle scuole.

«L'Umbria ha un buon biglietto da visita in questo momento: qui è più facile mantenere il distanziamento e comunque fare sport o fare visite culturali in sicurezza». Per luglio e agosto Tardani ha in cantiere una serie di iniziative che dovrebbero rilanciare la Rupe «con un evento di inaugurazione ancora top secret che spero vada in porto. Avremo sicuramente la possibilità di attirare turisti». Intanto sono ripartire le visite al pozzo di San Patrizio, monumento rilanciato dalla sua amministrazione e che ha ripreso ad attirare turisti anche dall'estero. «Voglio essere fiduciosa, stiamo facendo molte iniziative, tutte nel rispetto delle regole ma anche guardando al futuro, al rilancio». Non le faremo la domanda su come concilia casa e lavoro, dato che agli uomini non viene mai fatta, ma lei, comunque, ci tiene a dirlo: «Figli e marito fanno il tifo per me». Non ne dubitavamo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero