Sgarbi: «Sarò prof alla Stranieri, l'ho detto anche a Franceschini»

Sgarbi prof alla Stranieri, dietro il rettore Paciullo
PERUGIA - Non ha nessuna intenzione di mollare la toga da prof. Vittorio Sgarbi difende il contratto firmato appena qualche giorno fa con l’Università per...

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PERUGIA - Non ha nessuna intenzione di mollare la toga da prof. Vittorio Sgarbi difende il contratto firmato appena qualche giorno fa con l’Università per Stranieri di Perugia di fronte al rettore Giovanni Paciullo ma definito «nullo» dal direttore generale dello stesso ateneo, Cristiano Nicoletti. Il motivo del contendere è un altro incarico di Sgarbi al Ministero dei Beni culturali. A poco più di 24 ore dalla prima uscita di Sgarbi-professore, nientepopodimeno che l’inaugurazione dell’anno accademico della Stranieri con tanto di ministra Fedeli presente, ecco la stangata. Il direttore generale di Palazzo Gallenga, Cristiano Nicoletti, invia una pec all’avvocato del critico d’arte rimarcando l’incompatibilità tra l’incarico di “professore straordinario” e il fatto che Sgarbi sia dipendete (in aspettativa) del ministero dei Beni culturali. «Ho letto con stupore la comunicazione del direttore generale - spiega Sgarbi - la giudico irricevibile: è in evidente contrasto con le nuove indicazioni della legge Madia sul pubblico impiego, secondo la quale il dipendente che vuole cambiare sede di lavoro deve presentare domanda, come già succedeva in passato... nel nostro caso io sono stato chiamato».

Il passo decisivo è stata la volontà del rettore Paciullo, che nei giorni scorsi ha firmato il decreto di nomina di Sgarbi a “professore straordinario” di Storia dell’arte moderna. Tecnicamente un contratto triennale, coperto interamente con uno stanziamento ad hoc di circa 300mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. «Inevitabilmente il passaggio tra uffici deve avvenire con il parere favorevole dell’ente che acquisisce il lavoratore - prosegue Sgarbi - non è invece necessario, per le nuove modifiche, il lasciapassare dell’ente da cui un dipendente voglia andare via».

Insomma, il rischio che un Ministero e un’Università arrivino a litigarsi Sgarbi non ci sarebbe. Ma lui non ha perso tempo e dopo aver scherzato lunedì con la Fedeli, ieri ha avvisato anche un altro ministro, Dario Franceschini: «Io ho comunque provveduto a comunicare la mia decisione, proprio ex post, sulla base dell’accordo contrattuale, al Ministero dei Beni culturali - prosegue ancora Sgarbi - il trasferimento, una volta manifestata la mia volontà e quella dell’Università, deve essere considerato automatico. Ora le questioni relative alla regolarizzazione della mia posizione si disciplinano con atti interni fra le due amministrazioni. Optando io per la nuova, di concerto con il ministro dei Beni culturali, che ho informato, l’allarme prospettato dal direttore generale va considerato insussistente». Quindi non si rilassino gli studenti della Stranieri: gli esami da sei, otto ore in Storia dell’Arte, promessi lunedì, Vittorio Sgarbi ha tutta l’intenzione di farli per davvero. Nel frattempo, però, la partita potrebbe diventare un duello a colpi di carte bollate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero