PERUGIA - Non ha nessuna intenzione di mollare la toga da prof. Vittorio Sgarbi difende il contratto firmato appena qualche giorno fa con l’Università per...
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Il passo decisivo è stata la volontà del rettore Paciullo, che nei giorni scorsi ha firmato il decreto di nomina di Sgarbi a “professore straordinario” di Storia dell’arte moderna. Tecnicamente un contratto triennale, coperto interamente con uno stanziamento ad hoc di circa 300mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. «Inevitabilmente il passaggio tra uffici deve avvenire con il parere favorevole dell’ente che acquisisce il lavoratore - prosegue Sgarbi - non è invece necessario, per le nuove modifiche, il lasciapassare dell’ente da cui un dipendente voglia andare via».
Insomma, il rischio che un Ministero e un’Università arrivino a litigarsi Sgarbi non ci sarebbe. Ma lui non ha perso tempo e dopo aver scherzato lunedì con la Fedeli, ieri ha avvisato anche un altro ministro, Dario Franceschini: «Io ho comunque provveduto a comunicare la mia decisione, proprio ex post, sulla base dell’accordo contrattuale, al Ministero dei Beni culturali - prosegue ancora Sgarbi - il trasferimento, una volta manifestata la mia volontà e quella dell’Università, deve essere considerato automatico. Ora le questioni relative alla regolarizzazione della mia posizione si disciplinano con atti interni fra le due amministrazioni. Optando io per la nuova, di concerto con il ministro dei Beni culturali, che ho informato, l’allarme prospettato dal direttore generale va considerato insussistente». Quindi non si rilassino gli studenti della Stranieri: gli esami da sei, otto ore in Storia dell’Arte, promessi lunedì, Vittorio Sgarbi ha tutta l’intenzione di farli per davvero. Nel frattempo, però, la partita potrebbe diventare un duello a colpi di carte bollate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero